Anna Berra la scrittura come processo creativo

L’autrice tiene un corso alla Bam di via Cavour, in collaborazione con la libreria Le Nuvole

L’autrice tiene un corso alla Bam di via Cavour, in collaborazione con la libreria Le Nuvole

Un laboratorio di scrittura, un buon numero di studenti, un ambiente accogliente e soprattutto una valida insegnante. Ecco gli ingredienti per capire che cosa si nasconde dietro il processo creativo dello scrivere.
Incontriamo Anna Berra, che in autunno, in collaborazione con la libreria Le Nuvole, ha presentato il suo ultimo libro “A gambe all’aria” edito da Yume, nella filiale della Banca Alpi Marittime di via Cavour, dove è nata l’idea di organizzare un corso di scrittura creativa con la concessione a titolo gratuito dell’aula dove si svolgono le lezioni. Dalle mille sfaccettature, Anna Berra è un’autrice poliedrica ed eclettica e i suoi romanzi dallo stile allegramente caleidoscopico hanno il fascino dello stupore e della meraviglia. Non a caso ha una passione per “Alice nel mondo delle meraviglie” dell’inglese Lewis Carroll che colleziona in edizioni e lingue diverse, raccolte negli anni durante i suoi viaggi e grazie ad amici che gliene hanno fatto dono al ritorno dalle loro trasferte in giro per il mondo.
Torinese doc, benché per un periodo abbia vissuto tra Berlino e la Francia, si laurea in Estetica con una tesi dal titolo “Il corpo sulla testa: Nietzsche, Céline e la danza”; scrittrice, giornalista, appassionata di danza contemporanea e di canto ha lavorato per varie case editrici, collaborato con giornali, tra cui La Stampa, e ideato spettacoli, uno dei più recenti incentrato sulla motivazione professionale e presentato all’università di Pollenzo. Al Circolo dei lettori di Torino tiene un suo personale gruppo di lettura.
Nel 2003 ha esordito nella narrativa con “L’ultima ceretta” edito da Garzanti. Poi è stata la volta di “Piume di sangue” e “Barche, bidelli e bambole bruciate” (ed. Casaccia) e del saggio cinematografico “Dracula di Bram Stoker”, tratto dal film di Francis Ford Coppola.
Mi pare di capire che i tuoi libri non seguano un filone esclusivo. Non ti si può incasellare nel giallo, noir, rosa, avventura, commedia…
Esatto. Lo definisco un genere misto che ritengo a me congeniale; più divertente per chi scrive, ma anche per chi legge. Ne deriva un ritmo sostenuto, dinamico, accattivante che motiva ad avanzare. Questo mi permette di spaziare nella letteratura e di garantire livelli di comprensione e interpretazione diversi a seconda del lettore. Un po’ come succede con le fiabe; nascono per i bambini, ma sovente sono per agli adulti.
A proposito di fiabe, la tua collezione di “Alice nel mondo delle meraviglie” come si giustifica?
Sono affascinata da questo testo, caratterizzato da uno stile singolare fatto di giochi linguistici e da “parole valigia”, e da questa ragazzina curiosa che vive in un mondo fantastico, attorniata da personaggi improbabili e simbolici. Una lettura stratificata, fonte di spunti per linguisti, filosofi e scienziati.
Come nasce un libro di Anna Berra?
Da un’idea, da situazioni, letture, incontri, esperienze, cose successe o che sarebbero potute succedere. Dall’unione di queste forze si crea un terreno fertile, un ambiente funzionale per ospitare i personaggi e dove il protagonista avrà un ruolo decisivo nello sviluppo della trama.
Può succedere che i personaggi percorrano una traiettoria diversa da quella che avevi immaginato?
Certo. Si crea un mondo parallelo e capita che prendano il sopravvento e vadano dove vogliono; per me è molto divertente essere vittima di questo scambio di ruoli. Nulla è definito a priori. Il fascino dell’incognito nella scrittura, oltre che nella trama, crea dinamismo.
Quello che proponi a Fossano, come tu lo definisci, è un laboratorio di alchimia narrativa e stilistica...
Sì perché scrivere non è soltanto seguire un impulso o dare sfogo a un’emozione. La conoscenza delle tecniche narrative attraverso le macrocategorie narratologiche (personaggi, ambientazione, trama, stile e struttura) può portare a una consapevolezza nutriente. Metto a disposizione la mia personale esperienza e agli studenti fornisco le informazioni e gli strumenti per capire qualcosa in più sulla scrittura, sulla lettura e su loro stessi.
Perché quanto di noi emerge attraverso la scrittura?
Scrivere è mettersi a nervi scoperti, è dire qualcosa di sé. Questo non significa l’appiattimento dell’identità dello scrittore sui personaggi; loro devono essere lasciati liberi di essere, non devono per forza assomigliarci. La scrittura può rivelare i pensieri profondi, la “filosofia di vita” dell’autore, ma è meglio resti nella sfera a lei congeniale ossia... la Meraviglia!
E questo processo, nel corso che tieni, nasce anche grazie al lavoro in team?
Sì, il gruppo in questo frangente è fondamentale ed è funzionale alla crescita del singolo. Utilizzo sovente il cosiddetto “rispecchiamento” che permette a ognuno, grazie a esercizi pratici, di leggere e vedere i potenziali errori. Si crea una bella sinergia con i giusti stimoli e suggerimenti per incoraggiarli a fare meglio.
Ci sono elementi che aiutano a essere dei buoni scrittori?
L’osservazione, la curiosità verso la vita e l’intuizione sono importanti e vanno allenate.
E hai qualche “trucco” da suggerire?
Consiglio ai miei studenti di portare sempre con sé un taccuino perché possano prendere nota di quello che vedono, che può essere di spunto per un racconto o una storia.
E la scrittura al tempo dei social media?
In generale non ha nulla a che fare con la narrativa. Inutile dire banalità sulla funzione di questo tipo di scrittura, che deve essere velocissima e incisiva.
Ritieni che un libro, una volta pubblicato, possa farsi strada da solo o sia utile fare presentazioni per farlo conoscere?
Se la casa editrice è grande, ha più strumenti per promuoverlo, ma la presentazione del libro da parte dell’autore con persone che fanno domande e con cui si instaura un buon feeling credo sia un momento arricchente per tutti e due.
Hobby?
Il canto e la fotografia. Come nella scrittura amo soffermarmi sui dettagli, quelli giusti che trasmettono qualcosa al lettore o a chi guarda lo scatto. Per entrambe, l’osservazione è fondamentale.
Hai qualcosa in cantiere?
Due lavori diversissimi che scrivo in parallelo, ma non so decidere quale dei due preferisco. Si vedrà...

Il servizio su la Fedeltà di mercoledì 22 marzo 2023.