“Rimanere solidali con la comunità cristiana della Terra Santa, come già fece l’Apostolo delle Genti, san Paolo, con la colletta avviata per la chiesa di Gerusalemme”. È l’appello di mons. Claudio Gugerotti, prefetto delle Chiese orientali, nella lettera per la Colletta del Venerdì Santo (7 aprile), giorno che la Chiesa universale dedica tradizionalmente alla cura e al sostegno dei Luoghi Santi.
“Proprio mentre l’umanità si stava lentamente risollevando dalle conseguenze della pandemia, abbiamo assistito poche settimane orsono agli sconvolgimenti provocati dal terribile terremoto”, si legge nel testo: “Esso è stato percepito anche a Gerusalemme, ma ha provocato danni e seminato un numero altissimo di morti in Siria e nel sud della Turchia, terre visitate dalla predicazione apostolica e luoghi in cui è fiorito il cristianesimo delle origini con insigni tradizioni monastiche ed eremitiche, o scuole teologiche che hanno contribuito allo sviluppo della comprensione del mistero di Cristo di cui noi tutti siamo debitori, anche se spesso non le conosciamo, a causa delle persecuzioni che le estinsero”. “Al dramma della guerra, che si è protratta per oltre dodici anni in Siria, si è aggiunta la devastazione provocata dai palazzi crollati a causa delle forti scosse sismiche”, fa notare Gugerotti: “Tanti nostri fratelli e sorelle nella fede e nell’umanità hanno affrontato un nuovo esodo dalle loro case, questa volta non più per il rischio delle bombe o per quello che aveva significato l’invasione della Piana di Ninive in Iraq, ma perché anche la casa, dimora degli affetti più cari, il rifugio della propria famiglia, ha vacillato rischiando di diventare e spesso trasformandosi di fatto in una tomba di morte”.
Nel testo, si citano inoltre gli atti vandalici nella chiesa della Flagellazione, lungo la Via Dolorosa, a Gerusalemme: “In quel Crocifisso mutilato siamo invitati a riconoscere il dolore di tanti nostri fratelli e sorelle che hanno visto egualmente straziati i corpi dei propri cari sotto le macerie o colpiti dalle bombe, e a percorrere con loro, mano nella mano, la via della Croce, sapendo che ogni sepolcro, proprio come quello della Basilica dell’Anastasis, nella Città santa, non è l’ultima parola sulla vita dell’uomo di ogni tempo”.
La Custodia francescana, attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: “Custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali”.
L’appello di padre Francesco Patton, custode di Terra Santa
Le parole di mons. Gugerotti sono riprese da padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa, che da Gerusalemme lancia un appello: “Aprite il vostro cuore alla generosità e le vostre mani alla solidarietà. Grazie al vostro aiuto anche noi potremo continuare a prenderci cura di questa Terra Santa e dei suoi figli”. Nel suo messaggio video, diffuso dal Christian Media Center della Custodia di Terra Santa, padre Patton ricorda che “il nostro compito di frati minori della Custodia di Terra Santa è proprio quello di prenderci cura delle pietre benedette e sante che sono i santuari e al tempo stesso delle ‘pietre vive’ che sono i cristiani locali e i pellegrini. È nostro compito – spiega il Custode – dare a tutti la possibilità di vedere e di toccare i luoghi nei quali Gesù è vissuto, morto e risorto per noi. Sono i luoghi che ci ricordano che è vero quanto gli Apostoli ci hanno annunciato e quanto la Chiesa ci ha trasmesso lungo i secoli per dare senso e pienezza alla nostra vita”. “Rendere più accoglienti i santuari, svolgere attività pastorali e sociali è un servizio che facciamo col cuore e a nome della Chiesa intera. Siamo a servizio anche di una Chiesa ferita da troppi anni di conflitti e di guerre e ora anche dalla devastazione del terremoto” aggiunge il frate ricordando il grave sisma che ha colpito la Siria e che ha visto, e vede ancora, i frati in prima linea nel portare aiuto alla popolazione terremotata. “Tutto ciò, ovviamente, ha un costo e gran parte di questo costo viene annualmente coperto dalla Colletta del Venerdì Santo e dalla generosità dei fedeli di tutto il mondo, dalla vostra generosità. In questa occasione, noi frati della Custodia di Terra Santa ci facciamo mendicanti e ci rivolgiamo alla vostra generosità perché il Venerdì Santo possa essere un giorno di solidarietà universale, un giorno in cui i cristiani di tutto il mondo si prendono concretamente cura della Chiesa madre di Gerusalemme”. Da qui l’appello ad “aprire il cuore alla generosità e le mani alla solidarietà”.
A chi va la Colletta?
I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono i seguenti: Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va al Dicastero per le Chiese orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente.