Otto anni, 266 partite, una retrocessione finale che non cancella due promozioni e tre storiche salvezze in Serie D. La storia di Fabrizio Viassi sulla panchina del Fossano Calcio, iniziata nel 2015, si è chiusa con lo spettacolare 3-3 casalingo contro il Derthona di ieri, domenica 7 maggio.
Otto anni che il tecnico blues, rompendo il silenzio stampa con il finale di stagione, riassume così: “Sono state stagioni speciali, che non dimenticherò. Le riassumo con un “grazie” a tutti coloro che lavorano per questa società. Null’altro, perché credo che un ringraziamento valga più di molte altre parole”.
Viassi, poi, rivendica l’importanza del lavoro svolto: “Siamo partiti dalla Promozione, siamo arrivati in Serie D, ma limitarsi a guardare ciò che ha fatto la prima squadra sarebbe riduttivo. C’era un settore giovanile che faticava fuori dalla provincia e che oggi rappresenta un’eccellenza. Abbiamo lanciato tanti ragazzi: Boloca e Gemello rappresentano i punti più alti, ma in tantissimi hanno avuto vetrine importanti. Forse avremmo anche potuto metterle maggiormente in risalto”.
Sull’addio coincidente con una retrocessione: “Con il senno di poi, per il bene di entrambi, non avrei dovuto seguire il cuore lo scorso anno - dice -. Dopo i 44 punti fatti in regular season, le offerte c’erano, ma non me la sentii di dire di sì, quando dovevamo ancora disputare i playout. Mi sentivo un fuggitivo, un traditore. La salvezza fu qualcosa di eccezionale, ma forse doveva finire lì. Resta comunque un percorso straordinario, che non può essere limitato da questa retrocessione”.
c.c.