Egea, un’offerta anche da New York

Iren e un fondo internazionale si fanno avanti per avere la maggioranza della multiutiliy albese

Egea Carini
Pier Paolo Carini, ad di Egea

Due proposte per acquisire la maggioranza di Egea. Le buste con le offerte sono state aperte lo scorso 15 giugno, alla presenza del notaio Marco Stra: a farsi avanti Iren, società piemontese, e Davidson Kempner European Partners Llp, fondo internazionale di investimenti che ha sede a New York, mentre ha fatto un passo indietro A2A. La conclusione della procedura per il coinvolgimento di un nuovo partner non era scontata: il giorno precedente, la Guardia di finanza aveva effettuato, nella sede della multiutiliy albese, un blitz che aveva creato non poche preoccupazioni.

Egea fa sapere, in una nota, che “le proposte saranno vagliate dagli organi competenti con il supporto degli advisors della società”. Iren, a sua volta, ha diffuso un comunicato stampa con cui riferisce di “aver formulato un’offerta non vincolante, in assenza di esclusiva, per alcune attività della multiutility Egea”. “L’offerta, previo completamento della due diligence, prevederebbe - continua Iren - il rafforzamento della società sotto il profilo finanziario e industriale, salvaguardando i livelli occupazionali e valorizzando anche il possibile coinvolgimento finanziario degli istituti bancari creditori della multiutility albese. L’operazione proposta, che comporterebbe un’esposizione finanziaria contenuta per Iren, è stata definita in modo da permettere la piena conferma della guidance 2023 del Gruppo, così come già comunicato ai mercati e nel rispetto dei target previsti dal Piano industriale al 2030”.

Uno scenario positivo insomma, che fa da contraltare ai timori emersi dopo il sopralluogo delle Fiamme gialle. I finanzieri avrebbero raggiunto la sede di Egea dopo segnalazioni anonime che gli inquirenti hanno valutato seriamente ritenendole “decisamente circostanziate”: ora l’ipotesi di reato su cui si indaga sarebbe quella di  “false comunicazioni sociali” da parte della multiutiliy.

Secondo quanto ha riferito il procuratore di Asti Biagio Mazzeo, che si sta occupando del caso, “nel registro degli indagati sono iscritte quattro figure apicali del presente e del passato della società”.  L’attuale presidente Pierpaolo Carini comunica di “aver collaborato e pienamente soddisfatto la richiesta di acquisizione di documentazione da parte della Guarda di finanza di Torino, nella massima trasparenza e mettendosi serenamente a disposizione per qualsivoglia ulteriore richiesta di informazioni”.