Migranti, Veglia ecumenica di preghiera “Morire di speranza”, anche in streaming

Giornata mondiale del rifugiato - Sul naufragio in Grecia gli Istituti missionari chiedono di “rispettare convenzioni internazionali per evitare altre stragi annunciate”

Giornata Mondiale Rifugiato

Si tiene giovedì 22 giugno alle ore 18.30 a Roma, nella basilica di Santa Maria in Trastevere, la veglia ecumenica di preghiera “Morire di speranza” in memoria di quanti perdono la vita nei viaggi verso l’Europa. A presiederla è il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. “Il terribile naufragio al largo delle coste greche è l’ultimo tragico avvenimento che ha travolto centinaia di vite di migranti, tra cui tanti bambini - si legge in una nota -. Un dramma che ci chiede di non restare indifferenti alle morti in mare e alle sofferenze di tutti coloro che sono costretti a lasciare la propria terra, in cerca di salvezza dalla guerra, l’instabilità politica, la povertà, le catastrofi legate ai cambiamenti climatici”.

Parteciperanno rifugiati e profughi, parenti delle vittime, insieme a rappresentanti delle diverse comunità religiose presenti a Roma, con i loro fedeli. Saranno ricordate le storie, i nomi, i volti di chi ha perso la vita nei viaggi della speranza. La celebrazione del 22 giugno viene anche trasmessa in streaming su www.santegidio.org e sulla pagina Facebook. Sono previsti appuntamenti anche in altre città.

La celebrazione è promossa dalla Comunità di Sant’Egidio, insieme con Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Federazione Chiese evangeliche in Italia, Simn-Scalabrini Migration International Network, Acli, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Acse.

Istituti missionari: stiamo assistendo come sempre all’inguardabile e stomachevole scaricabarile

Intanto, martedì 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, la Conferenza degli Istituti missionari in Italia (Cimi) è intervenuta sul recente, ennesimo, naufragio che è avvenuto tra il 13 ed il 14 giugno a Pylos, nel mar Jonio nelle acque territoriali greche.

“Con il passare delle ore diventa sempre più drammatico il bilancio delle vittime. Il timore è quello di arrivare a dover contare più di 600 morti tra uomini, donne e soprattutto bambini lasciati annegare, con soccorsi in estremo ritardo”. Così esordisce il comunicato stampa della Conferenza degli Istituti missionari in Italia. Dopo aver brevemente ricostruito i fatti, Cimi afferma: “Stiamo assistendo come sempre all’inguardabile e stomachevole scaricabarile. I superstiti abbandonati su brandine in una struttura del porto di Kalamata, lontano dai giornalisti. I corpi rinvenuti (sino ad ora sono 78) trasportati di notte al buio da una motovedetta della guardia costiera greca e trasferiti al nord di Atene in camion frigoriferi per la identificazione. I parenti delle persone che avrebbero dovuto essere sull’imbarcazione che intasano il centralino dell’ospedale di Kalamata per avere notizie dei propri cari. È il ‘rituale’ che si ripete ad ogni naufragio, ad ogni strage annunciata”.

“Sì, si tratta di vere stragi annunciate perché ogni imbarcazione che parte può essere una strage annunciata e non serve poi proclamare lutto nazionale per lavarsi la coscienza. Le domande che ci poniamo e che poniamo a che è chiamato a governare sono sempre le stesse: le persone che erano su quell’imbarcazione o sulle altre imbarcazioni naufragate avevano altre alternative per scappare dalla violenza? Rischiare la vita oppure continuare a subire violenze nei lager libici? Voi, noi, cosa avremmo fatto se fossimo stati al loro posto?”.

Cimi contesta, inoltre, la bozza di Patto europeo per le migrazioni e l’asilo, in itinere a Bruxelles. E chiede il “rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali. Leggi e convenzioni che tutti i Paesi hanno votato ma che vengono dimenticate quando si pensa solo alla difesa del proprio paese o della ‘fortezza Europa’ e quando si fa politica per difendere interessi di corporazione o personali. Leggi e convenzioni internazionali scritte nel corso di decenni per impedire che la violenza e la cultura della morte tornassero a prevalere. Rispettare le leggi e le convenzioni internazionali per evitare altre stragi annunciate”.

Il documento è firmato da: Missionari della Consolata; Missionari Comboniani; Missionari Saveriani; Missionari della Società delle Missioni Africane; Missionari del Pime; Missionari Verbiti; Missionari d’Africa (Padri Bianchi); Comunità Missionaria di Villaregia; Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli; Missionarie dell’Immacolata; Francescane Missionarie di Maria; Missionarie di Maria – Saveriane; Missionarie Comboniane; Missionarie della Consolata.

(fonte SIR)