Esame di maturità: le tracce raccontate dagli studenti

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Foto Costanza Bono

L’esame di Stato è un rito di passaggio, uno dei pochi spartiacque collettivi nella vita di un individuo. Ci saranno momenti importanti, anche di più, nella vita delle centinaia di studenti fossanesi che ieri mattina, mercoledì 21 giugno, hanno affrontato la prima prova dell’esame di Maturità: il primo lavoro, la laurea, la nascita di un figlio, ma si tratta di momenti intimi. Al contrario, davanti al foglio bianco ieri mattina c’erano tutti gli studenti delle 5° degli istituti di tutta Italia. Un passo lungo da compiere affrontato da ciascuno in modo diverso come diverse erano le sette tracce proposte.

Secondo il portale Orizzonte Scuola il 43,4% degli studenti italiani ha scelto la traccia dedicata all'"Elogio dell'attesa nell'era di WhatsApp" di Marco Belpoliti; il 23,3% quella ispirata a "Dieci cose che ho imparato" di Piero Angela; il 9,8% si è lasciato ispirare da "Intervista con la storia" di Oriana Fallaci, mentre il 9,7% ha optato per "Gli Indifferenti" di Alberto Moravia. Solo il 5,8% degli studenti ha invece risposto alla lettera aperta al ministro Bianchi sugli Esami di Maturità e appena il 4% le ultime due tracce con il commento di "Alla nuova luna" di Salvatore Quasimodo e "L'idea di nazione" di Federico Chabod.

Abbiamo intervistato alcuni studenti dopo la prova di italiano. Ecco cosa ci hanno risposto.

Maria – Liceo Scientifico Ancina

Ho scelto la traccia sull’attesa nell’era di WhatsApp perché mi è sembrata a me congeniale. Appena l’ho letta mi è piaciuta, mi sono presa un po’ di tempo per cercare nella mia mente alcune letture di riferimento da utilizzare. Ho avuto la possibilità di parlare di un tema che mi riguarda nella vita di tutti i giorni.

Beatrice B. – Liceo Scientifico Ancina

Ho scelto la traccia che partendo dal testo di Chabod che affrontava il tema della Nazione. Sono partita dal concetto di Nazione del Risorgimento per passare a come, invece, nel tempo ci siano state delle degenerazioni con i nazionalismi. Mi sono chiesta: se oggi riuscissimo a identificarci in un’unica nazione, non sarebbe forse un mondo migliore?

Clara – Liceo delle Scienze Umane

Ho scelto di affrontare la traccia che partiva dalle “Interviste con la storia” di Oriana Fallaci. L’autrice si interrogava se la storia fosse fatta da pochi o da molti. Secondo Fallaci sono sempre pochi che possono decidere per molti mentre secondo me è più complesso il tema. Ci sono momenti storici in cui le decisioni di un singolo o di pochi hanno influenzato le moltitudini, ma altre, come la Rivoluzione Francese, in cui sono i molti che hanno cambiato il corso della storia. Ci sono inoltre fatti casuali, come la pandemia, che condizionano la vita di tutti e che sono fuori controllo.

Rebecca – Liceo delle Scienze Umane

Ho scelto di trattare la lettera che alcuni intellettuali italiani hanno scritto al ministro Bianchi nel 2021 per invocare il ritorno alle prove scritte di Maturità. Sono d’accordo sul fatto che sia sensato che ci siano sia lo scritto che l’orale perché in questo modo ciascuno ha la possibilità di misurarsi nella prova che gli è più congeniale e tirare fuori la parte migliore di sé. Ho però confutato le motivazioni addotte nella lettera aperta. Credo, intanto, che la valutazione data all’esame sia scorretta: viene dato troppo peso, a mio avviso, alle prove d’esame che può essere soggetto all’emozione e troppo poco al percorso di studi. Ho inoltre contestato l’attacco che nella lettera si fa ai docenti, giudicati troppo indulgenti. Credo che l’insegnante che si mostra anche umanamente possa instaurare un miglior rapporto con gli studenti aiutandoli a tirare fuori il meglio di loro.

Flavio – Liceo delle Scienze Umane

Ho scelto la traccia che partiva da Piero Angela. Mi è sembrata quella a me più congeniale. Le domande mi consentivano di spaziare molto tra gli argomenti e ho dunque parlato delle diverse innovazioni partendo dal positivo per arrivare al negativo. Sono d’accordo con Angela che sostiene che l’innovazione viene dalla creatività dell’uomo, ma per me ci sono anche risvolti negativi. Parlo dell’ascesa di Amazon, ad esempio, che va contro gli interessi delle piccole imprese o dell’intelligenza artificiale che spesso attinge a produzioni umane protette da copyright. Si sente sempre più parlare di aziende che vogliono impiegare l’intelligenza artificiale e questo mi fa paura perché può inficiare la creatività vera delle persone che non sono algoritmi.

Beatrice – Liceo Scientifico

Ho scelto la traccia che partiva dalla poesia di Quasimodo. L’ho trovata molto interessante perché affrontava il tema del progresso e della scienza. Sono partita facendo un percorso tra vari autori della letteratura italiana che hanno parlato di progresso a partire dal 1800 e mi sono proiettata verso il futuro. Per Quasimodo era inconcepibile vedere un satellite nel cielo, mentre per noi non lo è, ma in futuro ci saranno tante innovazioni che desteranno in noi stupore.

Denis – Liceo Scientifico

Ho affrontato la traccia che parlava de “gli Indifferenti” di Moravia perché era attinente a quello che ho studiato. Ho affrontato il tema della borghesia parlando della Coscienza di Zeno, di Marx e di Beaudelaire per citarne alcuni.

Alessia – Liceo Linguistico

Ho scelto la traccia sull’attesa nel tempo di WhatsApp perché era quella più attuale e mi offriva più spunti per parlare anche della mia vita personale. Oggi l’uomo non sa più attendere perché è abituato a correre all’inseguimento del profitto, ma l’attesa è importante, serve per guardarsi dentro e capire chi si è veramente.

Simone – Liceo delle Scienze applicate

Ho scelto la traccia che rifletteva sull’attesa e sulla nostra incapacità di attendere. Ho parlato della società dell’efficienza in cui gli individui sono “automizzati” in vista di una produzione più efficace e ho quindi parlato della costrizione di isolarci dal resto del mondo e ho poi affrontato il tema dell’attesa sotto due punti di vista. Da un lato siamo incapaci di attendere perché abbiamo una visione un po’ narcisistica della vita che ci porta a guardare a tutto ciò che ci sta intorno come un’estensione di noi stessi e siamo spinti ad applicare il nostro ritmo a tutte le nostre attività, ma anche per la perdita di identità nella società dell’efficienza che ci spinge a indossare una maschera pirandelliana per la paura di essere soli. Basta pensare allo schermo del telefono che riflette un po’ la nostra immagine, ma anche uno scorrere rapidissimo di immagini che ci fanno sentire meno la solitudine.

Jacopo – Istituto tecnico Vallauri ind. Energia

 

Ho scelto la traccia che partiva dalle posizioni di Oriana Fallaci e sul ruolo dell’uomo nella storia. Partendo dal riferimento alla guerra fredda e alla tensione al nucleare mi sono collegato alla guerra in Ucraina. Sono d’accordo con l’autrice quando dice che il potere è un po’ un compromesso perché i pochi vengono eletti dai tanti e allo stesso modo i molti non avrebbero una rappresentanza senza i pochi.

Silvia – Istituto tecnico Vallauri ind. Turismo

Ho scelto la traccia di storia perché conoscevo il tema e perché mi offriva buoni spunti per collegarmi all’educazione civica con l’Unione Europea e l’Onu. Sono infatti partita da come è nata l’idea di Nazione, dall’Illuminismo e dal concetto di libertà e potere al popolo durante la Rivoluzione Francese per passare all’Italia risorgimentale con Cavour e l’idea di maturare un pensiero politico. Ho poi parlato di Mazzini che ha dato un’impronta generale della nazione estesa all’umanità dando di fatto spunto per l’Unione Europea.

Mattia – Istituto tecnico per l’Agricoltura

Ho affrontato il tema di Piero Angela perché mi ha dato modo di riflettere sul ruolo dell’innovazione scientifica e della tecnologia non solo nelle nostre vite, ma anche nel campo dell’agricoltura. Agricoltura 4.0 ha introdotto molta tecnologia in agricoltura, portando miglioramenti importanti.

Camilla - Istituto tecnico Vallauri - ind. AFM

Ho scelto la traccia C2, ovvero quella sul fatto che non siamo più capaci ad attendere, poiché tra le tutte tracce proposte è stata quella che più mi ha attratto e di conseguenza mi ha fatto venire alla mente numerosi temi inerenti all’argomento di cui avrei potuto trattare. Ho deciso di partire dalla causa dell’essere così di fretta e poco pazienti, ovvero un mondo che ci circonda che corre e che di conseguenza richiede all’uomo di stargli al passo facendo così si che noi viviamo impazienti e “di corsa”.
Ho poi analizzato il valore dell’attesa, le emozioni che fa provare, dalle farfalle nello stomaco alla curiosità e anche l’importanza in alcuni casi come nello sport o nella musica al fine poi di ottenere il successo, ma anche nel passato, le donne che per ottenere gli stessi diritti degli uomini hanno dovuto attendere anni ma soprattutto partecipare a numerose proteste.
Quindi l’attesa oltre che belle emozioni porta risultati.
Concludendo poi che non esisterà mai il “tutto e subito” e meno male perché l’attesa riserva emozioni da vivere.

Chiara - Istituto tecnico Vallauri ind. AFM

A prima lettura non ho trovato molto semplici le tracce proposte dal ministero, ma poi ho scelto di sviluppare la proposta C2 sull'elogio dell'attesa, poiché tra le varie tipologie era quella che mi sembrava di saper sviluppare meglio. Ho iniziato con un percorso storico su ciò che ha reso il mondo in costante movimento e velocità, per soffermarmi poi meglio sugli strumenti che oggi ci permettono di "non perdere tempo" nella quotidianità. Infine ho analizzato il valore dell'attesa che in ciascuno di noi genera emozioni contrastanti tra ansia, fatica e impegno, ma che poi ci regala gioia e fierezza nel aver compiuto un'impresa. Nella stesura del tema ho portato inoltre esempi personali, ma anche generici, come la gravidanza e la maturità, che oggi abbiamo affrontato. In conclusione ho affermato che la nostra generazione non è più in grado di gustarsi e godersi l'attesa anche se il suo valore è essenziale.