Dopo otto anni alla guida dell’Asd Sant’Albano Stura come presidente, Massimo Ravera ha confermato le voci che si rincorrevano da tempo, tramite una lettera pubblicata sul suo profilo Facebook: non sarà più il numero uno arancionero.
In questi anni è riuscito a portare una piccola realtà, come quella di Sant’Albano Stura, dai bassifondi della Terza Categoria ai vertici della Prima Categoria sfiorando anche la Promozione. “Sono provato dall’aver rinunciato a questa carica, era in programma da mesi, ma ora fa male sicuramente. Questa è una delle cose più belle della mia vita”, inizia così la nostra intervista a Massimo Ravera.
Massimo, che anni sono stati questi otto alla guida, da presidente, del Sant’Albano?
Sono stati anni ricchi di adrenalina, emozioni e anche delusioni. Fino al 2015 il Sant’Albano, al massimo, era stato tra le ultime di Terza Categoria. Mai avrei pensato di vivere tutto questo. A questa società, a questa squadra e alla gente di Sant’Albano voglio un bene dell’anima. Ringrazio tutti quanti per l’entusiasmo, la dedizione e le risorse date alla famiglia arancionera.
Avere Sant’Albano ai vertici della Prima Categoria è un motivo di grande orgoglio per me: la prima stagione fu quella della salvezza e da lì l’obiettivo è sempre stato vincere. L’aspetto più importante, però, è indubbiamente legato alla crescita che la società ha avuto sul settore giovanile. Abbiamo fatto un grande investimento su allenatori, staff ed eventi che potessero migliorare questa realtà. Siamo cresciuti tanto, ora ci sono più di 120 ragazzi e dovremmo arrivare a 140 nei prossimi mesi. Stiamo diventando una delle più attrezzate, nei dintorni ovviamente, su questo fronte e l’obiettivo per i prossimi anni è quello di avere una struttura migliore per il Sant’Albano Calcio.
C’è un ricordo che porterai con te per sempre di questi anni al Sant’Albano?
Avrei tantissimi ricordi, quasi da scriverne un libro. Dovendone sceglierne uno ne indico due, così non sbaglio (sorride ndr). Uno dei momenti cardine è stata sicuramente l’ultima giornata di Terza Categoria a Neive, dove vincemmo 5-2 centrando così la promozione in Seconda di fronte a più di 200 tifosi.
Fu un’emozione pazzesca, tutti lì a incitare i giocatori e la squadra e dopo a festeggiare tutti insieme. L’altro momento è la vittoria allo stadio Morino di Savigliano, dove al 90’ eravamo sotto 1-2. Poco dopo ci fu il nostro pareggio e Stefano Audetto segnò il gol promozione al 119’ con una sassata da fuori. Con il pareggio sarebbe andata avanti la Pro Savigliano, quella vittoria ci diede accesso al triangolare, che vincemmo andando in Prima Categoria.
E qual è stato il momento di massima delusione? Forse la mancata Promozione?
Il momento di massima delusione è stato il finale di stagione 2021/22, durante la partita di Villastellone dove, a mio modo di vedere, ci fu derubata la Promozione. Vincemmo a Racconigi contro una delle squadre più forti e a Villastellone andammo sul 2-0; il secondo gol sembrava regolare, ma il guardalinee segnalò all’arbitro una posizione dubbia e venne annullato il gol.
Nel secondo tempo siamo calati, loro hanno pareggiato e al 94’, sull’1-1, calciato dai 30 metri con il nostro portiere a deviare in rimessa laterale. Nell’istante della rimessa laterale, un nostro giocatore è inciampato su un avversario cadendo. L’arbitro non ha fischiato nulla, ma il guardalinee ha richiamato la sua attenzione e lo ha indotto a fischiare il rigore. I miei giocatori sono andati in tilt, due espulsi e collasso, lì hanno segnato il 2-1 e abbiamo perduto la Promozione. Non sono mai stato uno polemico, ho sempre rispettato le scelte e le decisioni arbitrali, ma lì è stato troppo, un sogno svanito così è difficile da digerire tutt’ora.
A cosa si lega la scelta dell’addio?
La grande crescita che ha avuto la mia azienda e i progetti che ho all’orizzonte mi impediscono di dedicare il tempo che ho dato in questi anni al Sant’Albano. Ci sono tante situazioni esterne tra lavoro e progetti futuri nelle quali voglio concentrarmi e dare il 110%, come ho sempre fatto anche per la squadra. Ci tengo a sottolineare che per la società nulla cambierà rispetto a questi anni: è una squadra rodata, ci sono allenatori, giocatori e le risorse che possono garantire un futuro roseo al Sant’Albano, magari anche migliore. Sarò il primo tifoso arancionero.
In termini di emozioni, in 49 anni di vita, il Sant’Albano e tutto ciò che ho vissuto con questa società è stata quella più forte. Ho un amore incondizionato per la squadra e per le persone che ci gravitano attorno e auguro loro il meglio possibile.