Ci sono situazioni in cui si riesce contemporaneamente a fare l’esperienza del deserto, lasciando da parte i frastuoni disorientanti di ogni giorno e guardarsi dentro, ma contemporaneamente entrare in connessione profonda con gli altri, mettersi in relazione e perché no, anche in discussione. Uno sguardo verso il profondo di noi e verso gli altri. Rigenerante, arricchente, mai banale. E ci sono luoghi che in questo percorso funzionano da catalizzatore, da facilitatore. Chi ha fatto l’esperienza di un campo giovani in una casa alpina - e fortunatamente nelle nostre chiese non mancano le proposte - lo ha vissuto sulla propria pelle. A volte si tratta di case riadattate, vecchi edifici austeri, a volte dimore più piccole. In comune hanno il dono di trovarsi in luoghi splendidi in cui è più facile sentire e toccare con mano la bellezza dell’Assoluto. E spesso hanno anche una storia simile, fatta d’amore di chi quei luoghi li ha rimessi a posto, curati, resi accoglienti. In queste settimane in tante vallate della nostra provincia sono in corso i campi dei giovanissimi e giovani, spesso con proposte anche per chi giovane lo è stato qualche anno fa... Sono occasioni preziose. Per trovarsi e ritrovarsi. Per cercare. Intuire una presenza. Le case alpine sono lì ad attenderci da un anno all’altro, ma hanno bisogno dei nostri sogni, del nostro desiderio di ricerca, dell’impegno di chi si prende cura non per se stesso, ma perché qualcun altro possa in quel luogo ritrovarsi. Senza un sogno, resterebbero soltanto mucchi di pietre. Un po’ come le montagne. Ma sappiamo che non è così.