Ciclismo, Nicolò Pettiti continua a crescere: “Il ciclismo? Questione di famiglia”

Il corridore santalbanese ha disputato il Giro d’Italia Next Gen e il Campionato italiano su strada Under 23

Il 2023 sta rappresentando l’anno della definitiva maturazione per uno dei talenti più cristallini del ciclismo della Granda.

Stiamo parlando di Nicolò Pettiti, corridore di Sant’Albano Stura che negli ultimi giorni ha preso parte ad alcune delle principali gare del circuito internazionale: il Giro d’Italia Next Gen e il Campionato italiano su strada Under 23, disputato proprio in quest’ultimo weekend a Monza.

Che esperienza è stata, quella al Giro d’Italia?

Una bella esperienza, anche perché rappresentava il mio debutto nelle corse a tappe a livello internazionale. Mi sono accorto da subito di essere in buona condizione, ma purtroppo sullo Stelvio sono stato vittima di una caduta che mi ha procurato alcune ferite che hanno condizionato il mio finale di Giro. L’aver ottenuto l’11° posto nella tappa finale, però, mi lascia ottime sensazioni, anche se c’è un pizzico di rammarico perché la top-10 era davvero ad un passo.

Una stagione importante fin qui…

Sì, anche se non sono ancora riuscito a trovare squilli, al di là di due piazzamenti. Senza voler trovare giustificazioni, sono stato condizionato da alcune cadute che, anche se non mi hanno coinvolto direttamente, a volte hanno comunque ostacolato il mio percorso. Un pizzico di sfortuna, insomma, ma ora punto a fare bene, a partire dal Giro del Medio Brenta, in programma il 2 luglio, e dal Trofeo Città di Brescia, del 4 luglio.

Insomma, la voglia di crescere non manca. Ma qual è l’obiettivo a lungo termine?

Il sogno è quello di diventare pro. La strada è, però, ancora molto lunga per poter fare il salto, ma le possibilità ci sono e in questi 2-3 anni che mi aspettano dovrò dare tanto per farcela. Se non dovesse arrivare, mi piacerebbe restare nell’ambito ciclistico o sportivo, perché sono molto appassionato.

Se dovesse indicarci un ciclista a cui si ispira?

Non ho un nome specifico, ma mi ispiro ai ciclisti della nuova generazione, che fanno della completezza il loro punto di forza. Con le dovute proporzioni, credo di essere simile a loro: non ho un punto di forza, ma so difendermi in tutte le specialità. Penso a campioni come Alaphilippe, Pogacar o Van Aert.