È una storia incredibile quella di Vittorio Dentis, il fossanese che domenica 30 luglio riceverà la cittadinanza onoraria dal sindaco e dall’Amministrazione comunale di Bagnasco, dove visse i primi 12 anni della sua vita e che è tuttora il suo buen-retiro, quello in cui torna ogni volta che può. È la storia di un figlio di ragazza madre, cresciuto tra innumerevoli difficoltà, che ha vissuto cento vite in una sola: quella che Elisabetta Capello Levrone, collaboratrice de la Fedeltà mancata a dicembre 2021, ha raccontato nella gustosa biografia “Il coraggio di vivere”.
Oggi Vittorio ha 86 anni gagliardamente portati, una moglie inseparabile, Rita, due figli, Corrado e Roberto, entrambi sposati che gli hanno dato tre nipoti, tutte femmine. Ha patito la fame, quella vera: ha lavorato da “giustà” (garzone) come “vaché”, dormendo sul “trabial” delle cascine che lo ospitavano. Poi come camionista in una ditta di escavazioni e movimento terra e come commerciante di pezzi di ricambio per le biciclette, moto e auto. È stato pioniere nel riciclo della plastica, aprendo la strada a quella che oggi è diventata la Dentis Recycling Italy, azienda condotta dai figli, punto di riferimento a livello europeo per la lavorazione del Pet, con tre sedi, la casa madre di Sant’Albano e gli stabilimenti di Valencia e Lilla, più la piattaforma di selezione di Beinasco e oltre 260 addetti, tra diretti e indiretti. Vulcano in perenne attività,
Vittorio si è dato nel frattempo all’allevamento di struzzi, alla produzione di distillati artigianali. È stato presidente nazionale e vice europeo della Confraternita di Sant’Eligio, che rappresenta i lavoratori del ferro e affini, ed in questa veste è stato ricevuto, in delegazione, dalla regina Paola del Belgio. È cittadino partecipe della comunità di Fossano, critico e propositivo, per molti anni figurante (come monaco antoniano) al Palio e alla festa di Sant’Antonio Abate, sostenitore della difesa dell’ospedale (si è prodigato, inutilmente, per la creazione di un Comitato civico) e anche benefattore con la partecipazione della ditta di famiglia nella Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali. Suo dono sono anche le macine della cartiera che troneggiano, come monumento al lavoro, in piazza San Filippo.
A Bagnasco, dove tornerà da cittadino onorario in pectore, ha lasciato traccia nel 2019 facendo erigere una targa commemorativa sul rudere della casa dei Canavese (la famiglia affidataria) in memoria delle vittime della strage nazifascista del 22 agosto 1944 nella quale morirono sei vite innocenti. All’interno della sua casa bagnaschese ha invece voluto un pilone in rame che ricordasse Giuseppe Aschero e Maria Borgna, i suoi “quasi” genitori adottivi, “con affetto e riconoscenza”.
“Ho conosciuto Vittorio Dentis molti anni fa - racconta il sindaco Giuseppe Carazzone - e mi ha raccontato le sue vicissitudini. Sappiamo quanto è legato alla nostra comunità. Gli vogliamo bene e lo abbiamo ritenuto meritevole di questo riconoscimento che è già stato deliberato dal Consiglio comunale”. La consegna avverrà alle 11 nella capiente sala San Giacomo, in via Basteris 70.