“Quanti lupi si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Sono le illusioni del virtuale e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità si mostrano poi per quello che sono: cose vane, superflue, surrogati che lasciano il vuoto dentro”.
Non usa mezze misure, Papa Francesco, con il popolo giovane che si è dato appuntamento a Lisbona. “Non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati per nome, non solo in questi giorni, ma dall’inizio dei vostri giorni”, il saluto ai 500mila giovani che si sono radunati giovedì 3 agosto nel Parque Eduardo VII, per il primo abbraccio con Francesco e l’inizio ufficiale della Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona, la quarta nel pontificato di Bergoglio, la prima dopo la pandemia da Covid-19.
“Nessuno è cristiano per caso, tutti siamo stati chiamati col nostro nome”, l’esordio di Francesco: “Al principio della trama della vita, prima dei talenti che abbiamo, delle ombre e delle ferite che portiamo dentro, siamo chiamati”, spiega il Papa: “Chiamati perché amati”. Da una parte la verità di Gesù, per cui noi siamo un volto e non un numero, dall’altra le insidie della rete: “Tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato”. Gesù no: “Lui ha fiducia in te, per lui tu conti”.
Ai giovani, per antonomasia “allergici alle falsità e alle parole vuote”, Bergoglio ribadisce che “nella Chiesa c’è posto per tutti”. “La Chiesa è, e dev’essere sempre di più, quella casa dove risuona l’eco della chiamata per nome che Dio rivolge ad ognuno”, il monito di Francesco: “Il Signore non punta il dito, ma allarga le braccia: ce lo mostra Gesù in croce. Lui non chiude la porta, ma invita a entrare; non tiene a distanza, ma accoglie. In questi giorni inoltriamo il suo messaggio d’amore: ‘Dio ti ama, Dio ti chiama’”.
(fonte SIR)