È stata un’inaugurazione in grande stile quella della nuova sede della ditta Barale & Olivero, firma storica nella meccanizzazione agricola del Cuneese e non solo. Una storia partita a Fossano e che ora prosegue a pochissimi chilometri, in via Roma 160 a Genola, sulla direttrice che collega i due comuni. Lo scorso 27 e 28 luglio due giornate di festa e di “porte aperte” per sottolineare questo nuovo importante tassello della vita della Barale & Olivero. Il momento ufficiale del taglio del nastro si è tenuto alla presenza del vicesindaco di Genola Renzo Tosco e con la benedizione impartita da don Scotta e padre Renato Chiera.
La presenza del missionario è legata ad un importante progetto nato in collaborazione con Dino Barale e che la ditta Barale & Olivero sostiene. Un centro in Brasile dove sostenere i minori e salvarli da una vita di povertà e sfruttamento, offrendo loro una possibilità di formazione professionale che li prepari al mondo del lavoro e quindi ad una vita più dignitosa.
Donar-è generare, questo il progetto portato avanti dalla Casa do menor di padre Renato chiede il sostegno di tutti. “C’è una buona notizia per il nostro progetto in Brasile - ha esordito il religioso con la sua carica di umanità e trascinante voglia di fare -. I soldi per finanziare tutto ci sono già. Ma sono nelle vostre tasche!”.
Tra canti e momenti di riflessione ha raccontato della sua missione in Sudamerica, ma anche di come Dino Barale sia stato colpito da questo progetto e abbia deciso di aderire e di sostenerlo. Poi il taglio del nastro con Dino, la moglie Luciana, Giorgio Olivero che da dipendente della Barale Fratelli, dove ha iniziato a lavorare ragazzino, negli anni è diventato socio di Dino e condivide con lui anche questa nuova avventura imprenditoriale. E poi i collaboratori di ieri e di oggi, i parenti e gli amici.
Che si sono poi spostati a Cussanio, al ristorante Giardino dei Tigli per un pranzo in grande stile.
Massimo Barale, nipote di Dino, ha fatto gli onori di casa, ripercorrendo la storia della Barale, una famiglia che è legata indissolubilmente al mondo delle macchine agricole e che ha visto cambiare e ammodernarsi questo settore negli ultimi 60 anni.
“Io sono uno dei tanti nipoti di zio Dino - ha detto salutando i presenti, tra i quali un gruppo di partners norvegesi arrivati appositamente per l’inaugurazione -. Sessant’anni fa, Dino non aveva neppure 15 anni, ha iniziato questa attività sotto il portico della Cascina Borgo Vecchio (in frazione Gerbo, ndr) a pochi chilometri da qui dove è nato lui come i fratelli Giuseppe, Antonio e Stefano. Tutti insieme hanno aperto l’attività a Fossano in via Torino.
Negli anni tante avventure, tanti cambiamenti, tanti progetti, dall’importazione dei prodotti Kuhn di cui i Barale sono stati i primi importatori in Italia, alla New Holland e tanti importanti marchi del mondo delle macchine agricole. Nuovi progetti che hanno visto i fratelli differenziare la loro attività in settori diversi della meccanizzazione agricola. Poi la nuova avventura imprenditoriale con il dipendente storico, Giorgio Olivero, che ci porta fino ad oggi. Un traguardo importante reso possibile anche grazie a tutta la squadra di dipendenti e collaboratori, quindici in tutto, che lavora compatta e con passione per questo progetto”.
Vulcanico, pieno di idee ed inventiva, con una passione sconfinata per il proprio lavoro, Dino Barale sa essere anche molto pragmatico e diretto. E così il suo intervento è stato un semplice “grazie a tutti!” con l’invito a continuare insieme la festa.
Festa che è proseguita anche il giorno successivo, con l’apertura per tutti i clienti di ieri e di oggi, le visite alla nuova sede, informazioni, progetti e ancora una volta un banchetto al ristorante di Cussanio dove mettere insieme lavoro, festa e voglia di fare. Guardando al futuro.