“Il Servizio sanitario nazionale è una conquista non antica, datata 1978 (ministro Tina Anselmi), che rischiamo di perdere, con una privatizzazione non dichiarata, sotterranea, surrettizia, ma molto veloce”. L’allarme è di Monica Canalis, consigliera regionale del Pd. Lo ha lanciato alla festa democratica di Fossano, sabato 2 settembre, nel corso del convegno al circolo Autonomi che ha preceduto la cena di autofinanziamento. Era uno dei relatori, con l’europarlamentare Brando Benifei e con il consigliere comunale Paolo Lingua. Assente, per un’indisposizione, la deputata Chiara Gribaudo.
I timori di Canalis sono comprovati dall’esperienza quotidiana (le liste d’attesa, la carenza di medici di famiglia, l’intasamento dei Pronto soccorso...) e alimentati dai numeri. Nel 2020 - ha ricordato - “il governo Conte 2 stanziò per la Sanità il 7,4% del Pil, l’anno dopo l’esecutivo Draghi scese al 7,2%. Nel 2022 (ancora Draghi) la quota sanitaria è passata al 7%, nel 2023, prima legge di bilancio ascrivibile a Meloni, è crollata al 6,6% con proiezioni in ulteriore calo per il 2024 (6,3%) e per il 2025 (6,2%)”. All’interno di questa cornice desolante, il Piemonte - ha affermato - fa pure peggio. “Nel 2017, infatti, era la prima Regione d’Italia sui Lea (i livelli essenziali di assistenza, che tengono conto delle attività del Distretto, degli Ospedali e della prevenzione, ndr), ora siamo settimi. Non lo dico io, è una classifica ministeriale”.
Articolo completo sulla "Fedeltà" di mercoledì 6 settembre