Brinda Run, tra caso nazionale e attacchi personali

Sul fronte del no c'erano le associazioni alcolisti in trattamento e vittime della strada oltre al Direttore dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità. Primatesta esprime rammarico per le modalità

Evento Annullato Brinda Run

Ieri, venerdì 8 settembre, abbiamo prontamente informato i lettori della decisione di Daniele Ghigo, presidente dell'Asd Sportification, di annullare la Brinda Run, prevista per questa sera, sabato 9 settembre, a Fossano. Nel comunicato con il quale informava della sua decisione Ghigo parlava di "attacchi offensivi provenienti da privati e associazioni". Anche la Consulta Giovani, coorganizzatrice dell'iniziativa, ha parlato di "calunnie ricevute".

Una pagina spiacevole. Quel che è certo è che, complice la viralità dei social media,  l’iniziativa aveva destato l’attenzione di una serie di associazioni che avevano manifestato il loro dissenso anche a livello nazionale.

È il caso dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada (Aifvs) la cui presidente Giuseppa Cassaniti Mastrojeni ha affidato a una lunga lettera aperta alle autorità e alla stampa le sue obiezioni definendo l’evento “misero e riprovevole, che associa lo sport all’alcol e tramite l’iniziativa sportiva diffonde il messaggio dell’invito al bere, contrastando le evidenze scientifiche dei danni dell’alcol all’organismo umano”.

Anche la sede dell'Acat (Associazione dei Club Alcologici Territoriali) di Savigliano era intervenuta con una lettera aperta sottoscritta anche dai delegati dell'Acat di Bra, Chieri, Saluzzo e Savona-Genova: "Ci rammarica che le istituzioni pubbliche abbiano accolto favorevolmente questa proposta della Consulta Giovani, in quanto dovrebbero avere, come Amministratori pubblici, ben chiaro quale ruolo giocare nella tutela della salute pubblica e quindi anche nella prevenzione delle patologie alcol correlate - si legge -. [...] È alquanto singolare che un’Istituzione pubblica nella Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica (F.A.S.D.), sponsorizzi e promuova una competizione 'sportiva' in cui i partecipanti sono invogliati a bere una birra prima di riprendere una corsa. Alcol e sport è un binomio, secondo noi, impossibile".

Altro parere autorevole in materia di consumo di alcool è quello di Emanuele Scafato, Direttore, tra le altre cose, dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità. È stato tra i primi a sollevare obiezioni riguardo l’opportunità della Brinda Run, dando vita a una campagna social volta alla cancellazione dell’evento: “Una volta a Cuneo si faceva il militare, come diceva Totò, a voler valorizzare un’emancipazione… Oggi per correre si deve bere… queste sono le istituzioni che dovrebbero aver chiaro quale ruolo giocare nella prevenzione dei giovani. È singolare che ci siano istituzioni pubbliche a Fossano, in provincia di Cuneo, che nella giornata mondiale di prevenzione della sindrome fetoalcolica Fasd sponsorizzino e promuovano una corsa per i giovani, una staffetta a squadre dove lungo il circuito, lungo un chilometro e 200 metri, saranno presenti tre punti di rifornimento dove i partecipanti dovranno fermarsi e bere una birra per poi riprendere la corsa. Bere birra mentre si fa sport… ed è la Consulta Giovani a organizzarla. Alcol e sport è binomio impossibile. Se non sono le istituzioni a orientare i giovani ci meritiamo tutte le devisazioni di cui soffre la società”.

Scafato concludeva il suo post scrivendo “Ripensamenti? Ai posteri”. In realtà i ripensamenti ci sono stati e da qui la decisione di annullare la manifestazione.

Come nella migliore tradizione delle polemiche sotto le torri del Castello (e non solo, in questo caso), ci sono anche molte voci a sostegno dell’iniziativa tra chi accusa di moralismo e bigottismo chi ha lanciato la prima pietra e chi sostiene che questa cancellazione contribuirà a rendere meno attrattiva per i giovani la nostra città di quanto già non sia.

Oltre alle critiche l’iniziativa aveva infatti incassato anche dei plausi. “Ringrazio calorosamente i numerosi sostenitori che ci hanno sostenuto nel corso degli anni e li invito a partecipare ai nostri futuri eventi, che continueranno a promuovere valori positivi e un ambiente di festa sano nel territorio” scrive Daniele Ghigo che ha inoltre sollevato la questione di “interessi politici” che hanno “portato a una diffamazione ingiustificata nei confronti di chi cerca di contribuire positivamente alla comunità locale”.

Esprime rammarico “per le modalità degli attacchi” anche il presidente della Consulta Giovani Marco Primatesta: “Siamo aperti al dialogo e di sicuro non è nostra intenzione lanciare messaggi che invitino all’abuso di alcol – ci ha detto -. Se le associazioni ci avessero contattati avremmo sicuramente ascoltato le loro obiezioni e riflettuto insieme a loro su come portare avanti un’azione di prevenzione. Invece ci siamo trovati attaccati sui giornali. Anche a titolo personale abbiamo ricevuto messaggi molto offensivi e pesanti che non erano sicuramente un invito al dialogo. Non capisco. Ogni città patrocina e sostiene feste della birra e molti eventi in cui c’è un consumo di alcol e noi stavamo agendo in piena legalità. Mi auguro che in futuro, soprattutto i giovani possano trovare le modalità di aprirsi sempre al dialogo e alla proposta prima che all'attacco. Mi dispiace per tutti i fornitori che, anche economicamente, sono stati danneggiati dopo essersi spesi nei nostri confronti e per i giovani della Consulta che hanno lavorato con impegno. Mi preme ricordare che sono tutti volontari e molti sono sportivi agonisti. Voglio invece ringraziare chi ci ha sostenuto iscrivendosi e inviandoci messaggi di incoraggiamento".