In strade e piazza, una volta, c’erano una volta le cabine telefoniche. Qualcuno le usava seriamente, com’era giusto che avvenisse. Ma molti di noi si ricordano di esse per altri motivi: per gli scherzi, per la disperata ricerca di tessere telefoniche abbandonate che, per un certo periodo, fecero impazzire i collezionisti.
Le cabine telefoniche ci sono ancora, ma sono sempre meno numerose. E quelle che restano stanno per scomparire. Sulle strutture presenti a Fossano, è esposto un cartello che indica l’ormai prossima “dismissione”.
Tim spiega la scomparsa delle cabine telefoniche con ragioni che possiamo facilmen-te intuire. “Negli ultimi anni - scrive l’azienda in una nota - si è assistito a un minore utilizzo delle postazioni di telefonia pubblica, dovuto sostanzialmente alla diffusione sempre più capillare dei telefoni cellulari, degli «internet point» e soprattutto dei «phone center» per i cittadini stranieri”. Proprio “alla luce di questi nuovi modelli di comportamento e di utilizzo dei servizi di tele-fonia nel Paese”, nel maggio di quest’anno l’Agcom ha ap-provato una delibera con cui ha stabilito che “non è necessario continuare a garantire la disponibilità del servizio di telefonia pubblica stradale”, ovvero la presenza delle cabine telefoniche, sebbene esse rientri “nell’ambito degli obblighi del Servizio universale”, ovvero di quei servizi che devono essere assicurati per tutti i cittadini. A sua volta, Tim “in applicazione della nuova regolamentazione, potrà dismettere gli impianti stradali”.
Per contro, l’azienda “dovrà mantenere le postazioni presenti all’interno dei luoghi di rilevanza sociale, in particolare negli ospedali e nelle strutture sanitarie equivalenti, nelle caserme ove non sia presente il segnale mobile e nelle carceri”. In questi luoghi, in altre parole, i telefoni pubblici rimangono.
Restano attive, o almeno possono restare attive, anche le postazioni gestite da esercizi commerciali, ad esempio bar e ristoranti.
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