È dei giorni scorsi la notizia, di cui parliamo anche su questo numero de La Fedeltà, della traduzione in spagnolo del libro dello storico Carlo Greppi dedicato alla figura di Lorenzo Perrone, il muratore fossanese che, rinunciando a parte delle sue razioni di cibo ad Auschwitz, salvò la vita a Primo Levi. L’operazione di Greppi ha restituito alle pagine della Storia con la “s” maiuscola la storia di un uomo semplicemente buono che, grazie al suo coraggio ha contribuito a mettere un mattone importante della nostra memoria.
Sabato 9 settembre, presso la sede della Pro Loco di Cervere, è stata presentata un’altra pagina della storia del secondo conflitto mondiale e, soprattutto, è stato restituito alla storia ufficiale un uomo: il piemontese Tourn citato da Mario Rigoni Stern 29 volte nel suo libro “Il sergente della neve”.
A portare avanti questa iniziativa la città di Cervere, attraverso il minuzioso lavoro di ricerca condotto, tra rigoroso metodo scientifico, talvolta fortunate coincidenze, caparbietà e, come sottolineato dal sindaco di Luserna San Giovanni Duilio Canale “affinità elettive”; in special modo si è calato nei panni del ricercatore storico il consigliere comunale Giacomo Dotta, sostenuto dal segretario comunale Paolo Mana, grande appassionato di storia alpina.
“Non siamo né storici né attori, ma siamo qui a raccontare una storia vera con protagonisti veri” ha detto Giacomo Dotta. La storia, come sottolineato dal sindaco Corrado Marchisio “di tanti ragazzi che, al tempo dei fatti avevano solo vent’anni”.
“Un anno fa il capogruppo degli alpini ci dice che dobbiamo organizzare il Raduno della Piana a Cervere - ha spiegato Dotta -. Ci siamo subito detti che doveva essere l’occasione per portare avanti la memoria. Ci sono lapidi, monumenti, cippi che a noi dicono qualcosa in qualche modo perché riportano i nomi di persone che abbiamo conosciuto o hanno conosciuto i nostri genitori o nonni. Ma con l’avanzare del tempo rischiamo che restino pietra muta. La pietra dura in eterno, ma dobbiamo far parlare i monumenti. Se guardiamo all’origine etimologica della parola ricordo, leggiamo che significa rimettere nel cuore. Ecco: il nostro scopo è di rimettere nel cuore delle persone la storia di Tourn”.
A 80 anni dalla battaglia di Nicolajewka, pagina dolorosa della campagna di Russia Dotta ha condotto una ricerca incuriosito dalla figura del piemontese Tourn nelle pagine di “Il sergente della neve” di Mario Rigoni Stern. Tourn ritorna 29 volte nel testo di Rigoni Stern, descritto con affetto e intimità da colui che fu il suo sergente. Nasce così la curiosità di capire chi fosse questo Tourn del quale non esisteva memoria. Dotta si mette alla ricerca: archivi storici anche all’estero, trova un documentario in cui Rigoni Stern lo chiama “Miliu Tourn” e capisce che si chiamava Emilio di nome, ma non hanno idea di chi possa essere.
Un giorno, dopo una prima fase di ricerche infruttuose, durante un raduno degli Alpini della Piana, ecco un “Mi lu cunus” dalla platea che crea la scintilla. Una ricerca che parte da Cervere, passa per il “Mi lu cunus” di un Alpino di Murello e arriva a Luserna San Giovanni: Paolo Mana, Segretario comunale di tutti e tre i comuni, diventa elemento di congiunione e mette la sua passione per la storia alpina al servizio di questo viaggio nel passato.
Si mettono in contatto con i familiari: Silvio ed Elisa Long Tourn, appassionata di ricerca storica e ricostruiscono passo dopo passo, con il rigore del metodo della ricerca storica la sua biografia.
Chi è Emilio Tourn
Nato a Luserna San Giovanni il 22/11/1917 da Tourn Francois Frederic e Benech Alice. È il secondo di sei figli. L’8 giugno 1937 viene arruolato presso il distretto di Pinerolo con congedo illimitato provvisorio. Il 1° aprile 1939 viene chiamato con il 3° Reggimento Alpini, Battaglione Pinerolo come “Tiratore scelto fucile 91”. Il 16 novembre dello stesso anno viene imbarcato a Brindisi e sbarca a Durazzo e il 17 novembre entra nel battaglione Tolmezzo, agli ordini di Giuseppe Talamo, Maggiore Letti di “Centomila gavette di ghiaccio”. Dai ruolini militari emerge che in Albania Tourn viene ricoverato all’ospedale militare e rimandato in Italia, ma la quiete è breve e a settembre viene rispedito in Albania. Mentre l’Italia entra in Grecia, Tourn torna in Italia dove gli viene concessa, il 28 novembre 1940, una licenza di 90 giorni per “sindrome nevrastenica con probabili crisi convulsive”. Rientra nelle fila degli alpini a febbraio del 1941 e a marzo entra, in Albania nuovamente, nel battaglione Natisone. Continua ad alternare ricoveri in Albania e in Montenegro, rientra in Italia, viene sottoposto a controlli medici. La data spartiacque per la vita militare, e non solo, di Tourn è il 23 luglio, quando entra nel Battaglione Vestone, mobilitato sul fronte russo. “L’avevano mandato al nostro battaglione per punizione – scrive Mario Rigoni Stern – perché era rientrato in ritardo dalla licenza. In principio non si era trovato bene con noi ma poi sì, e molto”. Sotto il comando di Rigoni Stern Tourn mette in campo il suo carattere gioviale, canta, dona allegria ai commilitoni pur prendendo parte a una delle pagine di storia più drammatiche del secondo conflitto mondiale.
Ad agosto del 1942 il Vestone parte per la Russia. Pochi giorni dopo, il 1° settembre inizia a combattere a Kotvskij e viene trasferito lungo il fronte. Il 17 dicembre il Vestone è sul Don, dopo un mese esatto inizia il ripiegamento e il plotone di Rigoni Stern viene lasciato di retroguardia: 70 uomini devono ingannare l’esercito nemico, fargli credere che sul fronte ci sia un intero Reggimento mentre questo si mette in salvo. Il cerimoniere del raduno degli Alpini della Piana, Giulio Fumero, racconta: “In una intervista Rigoni Stern ebbe modo di dire che il momento più importante della sua vita non fu quello dei premi o dei riconoscimenti, ma quello in cui riuscì a ricongiungersi con il suo battaglione portando indietro tutti e 70 i suoi soldati”. Tra quei 70 uomini c’è anche Tourn.
I numeri della campagna di Russia parlano da soli: la Cuneense subì oltre l’86% di perdite, complessivamente a casa tornò meno della metà degli uomini partiti.
La guerra di Tourn sembra finita: viene mandato in licenza per 90 giorni, torna al corpo il 9 aprile 1943, a luglio viene arrestato Mussolini e sostituito dal maresciallo Badoglio. L’8 settembre viene reso noto l’Armistizio di Cassibile e per Tourn inizia un nuovo incubo. Il 9 settembre, esattamente 80 anni prima della presentazione a Cervere della sua storia, viene catturato dai tedeschi e deportato in Germania. Non sappiamo se sia stato catturato insieme a Rigoni Stern, ma tutto lascia immaginare di sì. È uno degli 810mila internati militari: a loro i tedeschi offrono la possibilità di rientrare nelle fila dell’esercito fascista. 650mila dissero di no e tra questi c’era Tourn: “Quando hanno detto Alpini fate un passo avanti e tornate a combattere! Abbiamo fatto un passo indietro” scrive Rigoni Stern.
Tourn resta internato fino all’8 maggio 1945 quando viene salvato e trattenuto dalle forze alleate per fare rintro a Bolzano l’8 settembre 1945.
Emilio Tourn, “il piemontese”, viene a mancare il 2 settembre 1963 all’ospedale di Luserna San Giovanni all’età d 46 anni.
Il progetto
Oltre al valore della ricerca in sé, tuttora in corso man mano che i fili si intrecciano, quella di Tourn sarà un modo per trasmettere ai più giovani un frammento di memoria altrimenti cancellato. Grazie alla collaborazione della Casa Editrice Einaudi e di Valmora, e della biblioteca civica di Cervere, il gruppo alpini di Cervere potrà distribuire nelle scuole e nelle biblioteche del Sistema bibliotecario di Fossano, Savigliano e Saluzzo 100 copie di “Il sergente nella neve” con un segnalibro che racconta la storia di Tourn: un modo per restituire alla Storia con la maiuscola la storia di un uomo.