Duecento telefonate al giorno all’ex: l’incubo di una madre fossanese

L’uomo condannato a un anno e mezzo, accusato anche di revenge porn

Il palazzo di Giustizia di Cuneo

“Ho trovato un video di lei su un sito d’incontri e sapevo che loro erano arrabbiati con me. Volevo sapessero quale lavoro fa la figlia”: così si è giustificato in aula un uomo accusato di stalking ai danni di una madre fossanese, con la quale aveva avuto una relazione nata su Facebook e durata alcuni mesi. Oltre che di atti persecutori doveva rispondere anche di due episodi di revenge porn, legati proprio alla diffusione di video intimi dopo la fine del loro rapporto. I destinatari erano il padre e la suocera della donna. In aula lei ha raccontato di aver perso il lavoro e perfino la possibilità di vivere con i suoi figli, nati da una precedente unione, a causa della persecuzione a cui era sottoposta dal suo ex. Quest’ultimo è stato infine condannato dal giudice Sandro Cavallo a un anno e sei mesi di reclusione per la sola accusa di atti persecutori, più 5mila euro di provvisionale e un risarcimento da quantificare in separata sede. In merito all’altra imputazione, relativa alla diffusione dei video intimi, è stato dichiarato non doversi procedere per mancanza di querela.