Sacerdoti uniti nel dono della Parola di Dio, ogni giorno

Iniziativa social di tre preti della diocesi di Saluzzo; oltre 1.500 gli iscritti su WhatsApp e Telegram

Gallo Marco Margaria Claudio E Luca
Da sinistra, don Marco Gallo, don Claudio e don Luca Margaria

Don Luca e don Claudio Margaria sono fratelli. Entrambi presbiteri, da alcuni anni condividono con don Marco Gallo una scelta di amicizia sacerdotale. Oltre a condividere insieme la casa, la preghiera e tutto quanto possiedono, cercano con l’aiuto di persone amiche di vivere una vera alleanza e custodia reciproca. A loro sono affidate cinque parrocchie della diocesi di Saluzzo, nei comuni di Verzuolo e Costigliole. Sono docenti in varie facoltà ed istituti di formazione. Don Luca è filosofo, don Claudio teologo sistematico e don Marco liturgista.

Tre anni fa, durante la pandemia, insieme hanno lanciato l’iniziativa online “La Parola del giorno”. Un modo per far conoscere la Parola di Dio ed essere vicini ogni giorno alle persone di ogni età, giovani compresi. Vicini e lontani. Perché social media e internet non hanno confini.

Che cos’è La Parola del giorno?

È una delle iniziative nate nei tempi del lockdown più duro. In quei giorni di distanziamento e fatica, su suggerimento di un amico parrocchiano abbiamo iniziato a registrare un vocale di circa dieci minuti, in cui le letture previste dal Lezionario erano lette e brevemente commentate. La domenica fu affidata ad amici con competenze diverse, i sei giorni feriali divisi tra noi tre. In quelle settimane molto particolari, si sono iscritti al servizio circa mille persone, principalmente parrocchiani ed amici. Terminato finalmente quel momento, abbiamo pensato di sottoporre agli iscritti un piccolo questionario per osservazioni e suggerimenti, annunciando un tempo di riflessione sull’opportunità o meno di continuare.

Che cosa è successo dopo?

Tra noi tre, abbiamo dovuto ammettere che questo lavoro – che ci prende circa un’ora al giorno a turno nella preparazione e nella registrazione – ci aveva fatto molto del bene. All’inizio era il frutto della condivisione che comunque ogni mattina presto facciamo sempre sulle letture. Poi la necessità di inviarlo all’alba ci ha privato della possibilità di prepararlo insieme. Ma il dono di questo tempo investito era per noi molto fruttuoso. Dal questionario poi emergevano indicazioni concrete e la richiesta di molti di non interrompere.

Abbiamo così strutturato meglio la proposta. Circa metà dei parrocchiani ha annullato l’iscrizione, ma dall’autunno è cominciato un sorprendente trend di diffusione quasi spontaneo, da amico ad amico che ha portato dal gennaio 2021 a raggiungere la quota che da allora fluttua dai 1500 ai 1700 iscritti. Ogni tanto qualcuno si aggiunge e qualcuno si toglie. Tra gli iscritti, noi sappiamo dare un nome a circa 200 dei 1687 attualmente iscritti: sono quindi destinatari a noi ignoti.

Quali sono i riscontri che avete?

In questi tre anni, diverse volte sono arrivati a casa piccoli doni da persone sconosciute come ringraziamento per il servizio. Ignoti o amici che siano, chi ringrazia dice di aver fatto dell’ascolto del vocale un gesto rituale della giornata. Ci dicono di averne fatto uno strumento per la preghiera in famiglia durante la colazione, o in auto andando al lavoro. Qualcuno dice che lo ascolta più di una volta. Ci è capitato di tenere delle conferenze lontano e che qualcuno si facesse avanti per dirci di esser finito chissà come nel gruppo.

Ci sono molti giovani tra i vostri ascoltatori?

Come detto, non siamo in grado di dire con precisione chi ci ascolta. Abbiamo però l’impressione che si tratti di uno strumento più gradito agli adulti che ai più giovani. Forse il nostro ritmo, il tono e i temi non sono a loro così vicini.

Non c’è il rischio che ci vi ascolta preferisca questa modalità alla celebrazione comune?

Durante il lockdown abbiamo scelto anche noi di trasmettere in diretta le celebrazioni parrocchiali. Con il senno di poi, forse, ora faremmo proposte diverse dalla messa in streaming. In quei giorni così particolari ci sembrava un atto di prossimità gradito. La liturgia ha bisogno di corpo, di oggetti da manipolare, di volti e comunità, di spazi fisici. Il commento registrato ci pare invece non corra questo rischio. Al contrario, ci sembra possa funzionare da preparazione o ripresa del rito comunitario o, sostanzialmente, da sostegno alla ricerca spirituale personale e ordinaria.

Come si può trovare questo commento audio quotidiano?

Il vocale è diffuso tutte le mattina all’alba su un Community WhatsApp e su un gruppo Telegram. Se desideri provare ad ascoltare La Parola del giorno, fai click su uno di questi link:

Telegram: https://t.me/+WCDy-KrSOuatpEac

WhatsApp: https://chat.whatsapp.com/J5oXCOcfCQQJofuY4V5OPr