Il presidente Cia della zona di Fossano è Silvio Monasterolo. Coltiva le fragole e numerosi tipi di ortaggi insieme alla moglie, Bianca Rosa Garelli, nella frazione Tagliata, al confine con il Comune di Cervere. Con lui la Cia di Fossano traccia un bilancio della stagione 2023 per l’area di cui è responsabile: “Nella nostra zona i problemi di siccità e quelli legati ai fenomeni climatici estremi, come le grandinate, non li abbiamo avuti. E questo ha aiutato le aziende. Dal punto di vista produttivo l’annata possiamo definirla buona, con un aumento medio del 30% dei quantitativi di ortaggi, frutta e cereali disponibili. E anche la qualità è stata eccellente, perché gli agricoltori, mettendoci impegno e risorse, hanno curato e curano sempre le coltivazioni con la massima attenzione per mantenerne elevate le caratteristiche organolettiche”.
Qual è stata la difficoltà maggiore affrontata durante l’anno? “Sempre quella di riuscire a coprire le spese di produzione. I costi delle materie prime e dell’energia si sono assestati, ma a un livello più alto rispetto al periodo pre-crisi. E il gasolio agricolo ha subito delle impennate insostenibili. A questo si aggiunge il costo degli interessi dei mutui saliti alle stelle. Tutto ciò, mentre il prezzo medio di vendita dei nostri prodotti è rimasto fermo. O, come nel caso dei cereali, ha avuto addirittura un calo. Di conseguenza, i margini di guadagno si sono ridotti sempre di più all’osso”.
Chi si è salvato in questa situazione? “Quanti possono effettuare lo smercio diretto dei loro prodotti ai consumatori, pur mantenendo i prezzi di vendita contenuti perché le buste paga e le pensioni delle persone sono sempre le stesse. Il futuro, tuttavia, per poter ottenere dei margini sufficienti a coprire le spese e il lavoro sostenuto, può solo andare in questa direzione. E per chi deve distribuire grandi quantitativi, come ad esempio i cereali, deve essere aiutato ad accordarsi con il trasformatore, evitando i passaggi intermedi”.
Quali sono le prospettive per il 2024? “Non vedo grosse differenze rispetto a quest’anno. Con il problema della siccità che potrebbe di nuovo manifestarsi se durante l’inverno non nevica. Ma della mancanza di acqua si parlerà solo in estate, quando non ce ne sarà a sufficienza per irrigare. Invece, era una questione che le Istituzioni dovevano affrontare già in passato e che, adesso, è diventata davvero urgente da risolvere. Come? Costruendo gli invasi. E poi bisogna trovare una soluzione per i costi produttivi troppo alti: o si torna alle spese pre-crisi oppure si adeguano i prezzi di vendita dei prodotti. I rincari energetici e quelli delle materie prime non possono essere assorbiti solo dalle aziende agricole, a cui il prodotto viene pagato poco, e dal consumatore finale, che lo paga decisamente più caro. Se non si vende direttamente, i costi e i guadagni devono essere ripartiti fra tutti gli attori del percorso produttivo e di vendita”.