“The Holdovers – Lezioni di vita”

The Holdovers

di Alexander Payne; con Paul Giamatti, Da’Vine Joy Randolph, Dominic Sessa, Carrie Preston, Tate Donovan, Usa, 2023, durata 133 minuti. 

Regista e sceneggiatore raffinato che in più di un’occasione ha messo in scena viaggi che erano al contempo stupendi percorsi di formazione (“Sideways” 2004,“Nebraska” 2013), con questo “The Holdovers” Alexander Payne ci riporta agli Anni ’70 del secolo scorso in un prestigioso college del Massachusetts. Paul Hunham è un professore di storia antica, competente e severo ma assolutamente incapace di instaurare un qualsivoglia rapporto empatico con gli studenti, che lo odiano spassionatamente e che lui ricambia del medesimo sentimento. Scuola d’eccellenza riservata ai figli della ricca borghesia del New England, la “Barton Academy” prepara i ragazzi per le migliori università statunitensi della Ivy League, ma in molti casi a dettare la promozione di questo o quell’allievo non sono soltanto i voti nelle singole discipline, ma le corpose donazioni versate dalle loro famiglie alla scuola. E questo al rigoroso e integerrimo prof. Hunham non va assolutamente giù. Una ragione in più per essere rigido e inflessibile con quelli che il prof. Hunham, e non soltanto lui, definisce dei viziati figli di papà. Con la conclusione del primo semestre e lo scoccare delle vacanze invernali tutti gli allievi e i professori fanno ritorno alle proprie case per trascorrere in famiglia le festività natalizie, salvo una manciata di malcapitati che per le più diverse ragioni - lo studente coreano che non può affrontare da solo un viaggio di migliaia di miglia per tornare a casa, il giovane mormone la cui famiglia non festeggia il Natale, alcuni ricchi rampolli di buona famiglia lasciati al college per punizione da parte delle famiglie - dovranno restare alla Barton sotto la sorveglianza di un docente e la scelta del preside cade, guarda caso, proprio sull’odioso e poco amato Paul Hunham che insieme alla cuoca Mary dovrà badare ai ragazzi per tutto il periodo delle vacanze invernali. Agli occhi di tutto il corpo docente quella potrebbe essere vista come una punizione, ma in fin dei conti per il prof. Hunham non è gran cosa, del resto lui non ha una famiglia con cui festeggiare e nemmeno una casa a cui tornare, la sua casa è la Barton Academy. Caso vuole però che dopo alcuni giorni quattro dei cinque allievi restati al college colgano al volo (letteralmente, il babbo di uno di loro viene a prelevarli in elicottero) l’occasione di recarsi a casa di un loro ricco compagno di scuola che si è offerto di ospitarli, soltanto Angus Tully, non potrà accettare l’invito perché i suoi genitori sono lontani ed irraggiungibili e non hanno concesso la necessaria autorizzazione. Dal 22 dicembre la Barton Academy è tutta per il professor Hunham, lo studente Angus Tully e la maestosa e monumentale cuoca Mary, unici ospiti di quell’immenso edificio. Sulle prime i rapporti tra allievo e docente saranno a dir poco esplosivi e daranno vita ad alcune situazioni decisamente esilaranti, ma lentamente tra i due si creerà una sorta di legame, il prof. Hunham proverà ad essere un pochino più tollerante e comprensivo, l’allievo Angus un po’ più affidabile e coerente e tra una festa a casa della segretaria del preside e una stramba gita a Boston, professore e studente tenteranno di conoscersi. La loro amicizia, poiché infine a questo si giungerà, procederà a fasi alterne facendo un po’ come i gamberi, un passo avanti e due indietro, ma nonostante l’ondivaga andatura Angus e il prof. Hunham si apriranno reciprocamente, confidando l’un l’altro dolori e affanni niente affatto piccini, a dire che nella vita la relazione è tutto e che l’amicizia comporta a volte anche di “farsi carico del dolore altrui”, come il dolce e al contempo turbinoso finale dimostrerà. Una commedia agrodolce capace di farci sorridere in più occasioni ma anche di regalarci momenti di stupenda intensità ed emozione.