Gli ucraini che chiamano Fossano “casa”

Fuggiti dal loro Paese due anni fa, sono venti quelli ancora nel Fossanese

Ucraina Italia pranzo organizzato da Sapori Reclusi
(Foto Guido Fissolo)

Due anni dopo, per alcuni ucraini, Fossano e il Fossanese sono diventati “casa”. Doveva essere una soluzione tampone e temporanea, per consentir loro di scampare alle bombe dalla guerra che tutti - all’inizio - assicuravano sarebbe stata “lampo”. E invece il conflitto russo-ucraino non accenna a finire e in questo lasso di tempo chi fino a due anni fa nemmeno sapeva dove fosse Fossano, ora ha deciso di mettere radici qui. O almeno di fermarsi molto più a lungo del previsto. 

Il conflitto russo-ucraino è iniziato ufficialmente il 24 febbraio 2022; nell’arco di pochi giorni sono stati organizzati pullman che in Ucraina scaricavano vestiti, medicinali e aiuti alimentari e rientravano carichi di donne, bambini, anziani in cerca di salvezza. Tra marzo e aprile del 2022 nel Fossanese sono arrivati 64 ucraini, presi in carico dalla Caritas a cui se ne aggiungono altri (ma non ne conosciamo il numero) ospitati “autonomamente” da alcuni privati. Grazie alla disponibilità di alcune famiglie tutti e 64 qui hanno trovato una valida accoglienza, alcuni ospitati in casa dalle famiglie, altri in alloggi “vuoti” di privati, alcuni in canonica a Cervere, altri ancora negli alloggi a disposizione della Caritas. 

Di questi 64 la maggior parte, nell’arco di questi due anni, ha lasciato Fossano, diretti in Ucraina (nelle zone considerate meno in pericolo), altri in Polonia, in Francia e in Spagna, doveva avevano famigliari o amici. 

Nel nostro territorio sono ancora 20 e per loro Fossano non è più solo il luogo dove hanno trovato accoglienza, ma anche dove stanno organizzando il loro futuro. 

Sono a Fossano, comprese le frazioni, ma anche a Cervere e a Bene Vagienna - ci spiega il responsabile della Caritas fossanese Nino Mana -. Chi di loro può lavorare ha trovato un impiego, quasi sempre riuscendo a svolgere lo stesso mestiere che già faceva in Ucraina. I ragazzi vanno a scuola e sono tutti abbastanza ben inseriti. Buona parte del gruppo è diventato autonomo, anche economicamente, gli altri ricevono ancora il supporto di una soluzione abitativa. Per bambini e ragazzi che ne hanno bisogno organizziamo lezioni aggiuntive di italiano o ripetizioni per aiutarli nelle materie scolastiche. Con chi è ospite delle nostre strutture naturalmente i contatti sono più frequenti, ma manteniamo i rapporti con tutti e sanno che in caso di bisogno possono contare sul nostro sostegno. Anche queste famiglie ormai hanno intessuto amicizie e buoni rapporti di vicinato, questo è importante e immagino sia una delle ragioni per cui hanno scelto di fermarsi”.