Il Parlamento europeo è un’istituzione sovranazionale dell’Unione europea, in quanto ne rappresenta gli interessi dei cittadini. Nata nel settembre 1952 con la CECA (Comunità europea del carbone e dell'acciaio), è anche l’istituzione che ha vissuto le più grandi trasformazioni dalla sua nascita ad oggi, con le diverse riforme dei trattati che ne hanno ampliato il ruolo rendendola un’istituzione co-legislativa al pari del Consiglio. Il Parlamento è anche l’unica delle istituzioni europee ad essere eletta direttamente dai cittadini ogni cinque anni sin dal 1979 e ha tre sedi: una a Strasburgo (Francia), dove si svolgono mensilmente le sedute plenarie, una a Bruxelles (Belgio), dove si riuniscono le commissioni parlamentari e i gruppi politici, e una a Lussemburgo, dove hanno sede il segretariato e i servizi tecnici.
Il Parlamento europeo nasce come semplice organo consultivo, ma le sue competenze si sono progressivamente accresciute. Oggi svolge un’azione legislativa e di bilancio, di controllo politico, consultiva, ed elegge il presidente della commissione e il mediatore europeo, organo permanente competente a esaminare, su richiesta, casi di infrazione e cattiva amministrazione imputabili a istituzioni o organi UE, come una sorta di “difensore civico”. Oggi si compone di 705 eurodeputati divisi in 7 gruppi politici, e la presidente è Roberta Metsola.
Negli anni, dunque, con l’incremento delle competenze del Parlamento, la procedura legislativa della codecisione tra Parlamento e Consiglio dell’UE è diventata la procedura legislativa ordinaria e prevede che la proposta di legge della Commissione venga sottoposta al vaglio del Consiglio dell’Unione europea ma anche del Parlamento europeo. Si tratta di un processo complesso, ma che permette di mantenere la parità tra le istituzioni e il controllo della Commissione sulla propria iniziativa legislativa.
Negli ultimi tempi sono numerose le proposte su cui si trova più o meno facilmente un accordo tra i due legislatori, e questo è sintomo di una buona collaborazione tra le due istituzioni, sicuramente facilitato dal ruolo della Commissione.
Spesso il Parlamento europeo riesce a lavorare andando al di là delle divisioni tra partiti politici, operando in maniera coesa quasi come gruppo di pressione, per aumentare il proprio ruolo nelle dinamiche interistituzionali, ma oggi l’esistenza di posizioni euroscettiche al suo interno può farlo risultare meno coeso.
Sicuramente, la mancanza di veri e propri partiti politici europei e la procedura elettorale ancora non totalmente uniforme, portano con sé il rischio di uno scarso coinvolgimento dei cittadini e il rischio di un deficit democratico.Lavorare a fondo sulla sensibilizzazione dei cittadini europei, informandoli sui propri diritti e doveri democratici in quanto tali, è fondamentale per rafforzare dal basso la legittimità delle istituzioni europee e il loro ruolo sovranazionale, e le elezioni del 6-9 giugno prossimo saranno fondamentali in questo senso.
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