Le tante vie della migrazione: Gibuti

Quaresima di fraternità 2024 - META 1

GIBUTI scuola ed educazione

L’Ufficio per la Cooperazione missionaria ha ogni anno il compito di fare proposte per indirizzare la generosità delle comunità della Diocesi durante il tempo quaresimale.

Lo scorso anno tra Cuneo e Fossano per la Quaresima di Fraternità sono stati raccolti circa 45.000 euro, distribuiti in parti uguali (€ 7.500) per ognuno dei sei progetti proposti. “Innanzitutto - scrivono i responsabili dell’Ufficio missionario -, esprimiamo un grazie sincero a singoli e comunità parrocchiali che sempre hanno risposto all’appello. All’inizio della Quaresima 2024 rinnoviamo l’invito e da queste pagine vi proponiamo ogni settimana una delle mete verso cui indirizzare il frutto della nostra carità”.

La prima proposta è rivolta alla comunità diocesana di Gibuti, nel Corno d’Africa, dove prima del Natale scorso il Vescovo Piero Delbosco e altri delegati di Caritas Piemonte hanno preso visione in modo diretto di alcune necessità della Caritas locale. Caritas Italia ha celebrato tre anni or sono (2021) il 50° anniversario della nascita. In quella occasione è stata lanciata una campagna di gemellaggi fra le varie Caritas regionali e altre Caritas in necessità nel mondo. Caritas Piemonte e Valle d’Aosta hanno deciso di sostenere la Caritas di Gibuti.

Nel solco di questo gemellaggio, che ancora si sta organizzando, la Chiesa di Cuneo-Fossano propone un primo gesto di solidarietà e di comunione con la Chiesa di Gibuti, che a breve accoglierà anche il nuovo Vescovo Jamal Boulos Sleiman Dalbes, oggi Ausiliare della Diocesi patriarcale di Gerusalemme dei Latini.

La Repubblica di Gibuti è un piccolo Paese del Corno d’Africa, situato all’estremità meridionale del Mar Rosso, confinante con Etiopia, Somalia ed Eritrea, distante soli 30 Km in linea d’aria dallo Yemen. Le stime ufficiali contano una popolazione di circa 900.000 abitanti, due terzi dei quali risiede nella capitale. Vi è una prevalenza di due gruppi etnici che erano soprattutto nomadi allevatori di cammelli e capre: i Somali al sud e gli Afar al nord. La Costituzione di Gibuti dichiara l’Islam religione di Stato, ma al contempo riconosce espressamente la libertà e l’uguaglianza dei cittadini indipendentemente dalla loro confessione religiosa. Ex colonia francese, indipendente dal 27 giugno 1977, Gibuti oggi vanta una tranquillità e una stabilità politica rare in questa regione del Corno d’Africa.

Ma la stabilità politica e la posizione strategica rendono Gibuti una destinazione favorevole per migranti che giornalmente attraversano il paese per raggiungere l’Arabia Saudita o per insediarsi nella capitale in cerca di fortuna. Migranti che provengono in maggioranza dalle vicine Etiopia, Somalia, Eritrea e danno vita a quella che oggi è chiamata “terza via dell’immigrazione”. Pertanto, il paese rappresenta un punto focale per quel che riguarda le migrazioni nell’area. Inoltre, è praticamente il porto dell’Etiopia (paese con più di cento milioni di abitanti senza sbocco sul mare). Infine, è interessato dalla presenza di diverse basi militari straniere (Francia, Italia, Spagna, Stati Uniti, Germania, Giappone, Cina), che da Gibuti lavorano per missioni contro la pirateria in Somalia e in zone del Corno d’Africa. Insomma, un mix di popolazione multietnica e varia…

“Il nostro progetto di solidarietà - spiegano i responsabili del Centro missionario - vorrebbe dirigersi verso un centro di alfabetizzazione, denominato Lec (lire, écrire, compter) che ha sede nella cittadina di Ali Sabieh a 100 Km dalla capitale. Il Centro Lec che oggi ha 240 alunni con 3 insegnanti e una direttrice nominata dal Vescovo, viene in soccorso di ragazze e ragazzi esclusi dal sistema scolastico. Programmi e orari sono adattati agli alunni che già hanno un piccolo lavoro o sono costretti a dare una mano in casa e per questo privati di ogni possibilità di accedere ad una formazione scolastica di base nelle scuole pubbliche, spesso anche a causa della mancanza di documenti di identità. Dopo qualche anno, gli alunni più meritevoli sono ammessi nei cicli scolastici normali. La diocesi sostiene la copertura del costo annuale di ogni studente che equivale a circa 405 euro l’anno”.