Il riscatto degli ultimi ad Haiti

Quaresima di fraternità 2024 - META 2

Miraglio Padre Massimo Missionario Ad Haiti
Massimo Miraglio, Missionario Camilliano ad Haiti

L’Ufficio diocesano per la Cooperazione missionaria durante il tempo quaresimale propone ogni settimana una meta verso cui indirizzare il frutto della carità e dare concretezza alla generosità delle comunità parrocchiali.

La seconda meta ha come obiettivo il riscatto degli ultimi ad Haiti, nell’entroterra montagnoso di Pourcine. Il riferimento sul luogo è padre Massimo Miraglio, religioso camilliano (nella foto) nativo di Borgo San Dalmazzo, da poco parroco a Pourcine.

È risaputo che Haiti è uno dei paesi più poveri al mondo, spesso scosso da devastanti catastrofi naturali, come il terremoto del gennaio 2010 (300.000 vittime), a cui hanno fatto seguito epidemie di colera e uragani devastanti. Poi nell’agosto del 2021 un altro terremoto di magnitudo 7.5 nel sud-ovest dell’isola, nella regione di Jérémie dove padre Massimo Miraglio vive e lavora.

Dal punto di vista politico Haiti vive da anni ormai in un caos totale, aggravatosi in modo drammatico dopo la destabilizzante uccisione, nel mese di luglio 2021, del Presidente della Repubblica da parte di sicari colombiani pagati dai pochissimi che possiedono tutta la ricchezza del Paese. Oggi Haiti è in mano alle bande armate che si contendono il controllo della capitale e di diverse zone del Paese, sequestrando, uccidendo, saccheggiando, spaventando a morte la popolazione; gangs armate sino ai denti, formate da migliaia di giovani, che nessuno riesce a fermare.

A Jérémie, cittadina di pescatori e contadini, padre Miraglio svolge da 18 anni una resistente attività di aiuto alla popolazione locale che passa da una emergenza all’altra. Accompagna i malati abbandonati, privi di farmaci e di generi di prima necessità, e assiste quotidianamente decine di famiglie che vengono a bussare alla missione camilliana.

Il 4 agosto scorso è stato nominato parroco di “Nostra Signora del Perpetuo Soccorso” nel territorio di Pourcine situato nell’entroterra montagnoso di Jérémie, impervio e lontano dalle vie di comunicazione. La parrocchia conta 4.000 abitanti ed è costituita da un villaggio e 17 frazioni sparpagliate tra gli 800 e i 1.800 metri di altitudine. Per raggiungere Pourcine sono necessarie quasi 3 ore di fuoristrada o moto e altre 3-4 ore a piedi o in groppa ai muli. Pourcine è stata distrutta nel 2016 dall’uragano Matthew. Non c’è corrente elettrica e si utilizza l’acqua piovana per lavarsi mentre si attinge ad una fonte per bere.

La parrocchia è priva di tutto, ma “qualcosa è già iniziato – racconta padre Massimo –: durante l’estate abbiamo realizzato una scuola con teloni, lamiere e pali in legno. Una struttura di emergenza, precaria ma che accoglie da ottobre 2023 duecento scolari… Ora serve un dispensario, una casa d’accoglienza per ospitare coloro che arriveranno per dare una mano nella scuola e nel dispensario”.

La comunità ha bisogno anche di una Chiesa (l’antica cappella è crollata nel terremoto del 2021) per celebrare i sacramenti e riunirsi a pregare, un luogo dove radunare la comunità dei credenti ma non solo, un rifugio solido che possa anche accogliere la popolazione in caso di uragani. Ma più ancora la gente necessita di una guida spirituale che ispiri speranza, che viva con essa e sappia condividere le fatiche di tutti i giorni aiutandola poco a poco a diventare una comunità di persone che sanno pregare e lavorare insieme, che perseguono gli stessi obiettivi e … che si vogliono bene. Una comunità animata dal desiderio di andare avanti e di rimettersi in piedi per ricominciare.

“Come parroco – dice padre Massimo - ho accolto questa nuova responsabilità cosciente delle aspettative della gente che ha accolto la nascita della parrocchia come una vera ed insperata Grazia. Ciò che anima il mio servizio, a Jérémie come a Pourcine, è la certezza che la comunità haitiana è resiliente, sa sempre ripartire, vive di semplici cose e dimostra un grande dinamismo”.

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