di Ilker Çatak; con Leonie Benesch, Leonard Stettnisch, Michael Klammer, Rafael Stachowiak, Germania, 2023, durata 98 minuti.
Nella sala insegnanti della scuola media dove da qualche tempo Carla insegna matematica ed educazione fisica (bizzarro abbinamento, decisamente impossibile in Italia ndr) da un po’ di tempo avvengono dei furti, e i sospetti cadono immediatamente sugli allievi. Tuttavia la situazione presenta aspetti poco chiari e così Carla decide di indagare più a fondo per tentare di scoprire il o i responsabili di questi strani ammanchi. Sono spariti dei soldi ma anche del materiale di cancelleria, e che se ne potrà mai fare un ragazzino o una ragazzina della scuola media di centinaia di matite e materiale di cancelleria? Il corpo insegnante e la preside sono però in larga parte pregiudizialmente schierati, tutti o quasi tutti sono convinti infatti che i responsabili dei furti siano gli allievi e non esitano a mettere in pratica forme anche poco democratiche e rispettose della dignità dei ragazzi per scoprire l’autore, o gli autori, dei furti. Carla invece non la pensa così, tranquillizza i suoi allievi (che peraltro non si riveleranno con lei così aperti e solidali) e soprattutto si rifiuta di condurre umilianti interrogatori ai danni dei ragazzi senza avere uno straccio di prova in mano. Un’accusa, soprattutto per un’azione così sgradevole commessa in ambito scolastico, ha bisogno di essere suffragata da elementi evidenti e non da sospetti e vaghe ipotesi, perché la distanza tra la ricerca della verità e la calunnia è breve, e Carla sa bene che anche all’interno del personale scolastico e del corpo docenti non tutti possono ritenersi degni di quell’onestà e autorevolezza che vanno sbandierando. E così, seguendo il filo del suo ragionamento Carla lascia accesa la webcam del suo computer in sala insegnanti, giungendo a scoprire fatti e situazioni inattese (o forse no?) capaci di mutare in profondità gli equilibri della comunità scolastica.
Racconto innervato di tematiche filosofico-esistenziali tutte egualmente importanti - il ruolo giocato dall’educazione nella società contemporanea e la necessità di fornire agli allievi uno sguardo critico sulla realtà, il peso dei pregiudizi, il rapporto verità/menzogna - il film di Ilker Çatak (candidato a rappresentare la Germania agli Oscar 2024 per la sezione Miglior Film Straniero) è cucito su misura intorno al personaggio di Carla/Leonie Benesch che si muove lungo i corridoi della scuola, certo non senza errori o incertezze, con il passo di chi vuole comprendere e non giudicare, di chi si sforza di capire anche le ragioni dell’altro, in un microcosmo - la scuola - che a sua volta è specchio fedele di un mondo che si è fatto ogni giorno sempre più incerto, ipocrita, individualista, intollerante. Ne “La sala professori” non ci sono né vincitori né vinti, tutti - preside, insegnanti, allievi e genitori - sono in qualche modo colpevoli, tutti hanno qualcosa da farsi perdonare e la forza di Ilker Çatak è la sua assenza di giudizio, il regista tedesco non sale sul pulpito, non pronuncia sentenze, racconta e “mette in luce”, sta a noi osservare e capire. Da vedere.