Casa di riposo: un luogo per gli over 65 di Sant’Albano

Il bilancio con la direttrice Alessandra Marino

la direttrice Alessandra Marino seduta alla scrivania
La direttrice Alessandra Marino

A distanza di poco più di un anno dall’ingresso di Alessandra Marino alla direzione della Casa di riposo di Sant’Albano è tempo per fare un bilancio.
Un anno fa aveva affidato alle pagine del nostro giornale il modello che intendeva applicare, integrato con il tessuto cittadino, soprattutto con la fascia degli over 65. L’idea era quella di far crescere la struttura sia per numero di ospiti stabili che attraverso i cosiddetti ricoveri di sollievo, brevi periodi di permanenza per recuperare le forze dopo un intervento chirurgico o per consentire ai caregiver di prendere un periodo di riposo dal faticoso ruolo di accudente di una persona anziana.
Sul piatto c’erano molti servizi dedicati anche alla cittadinanza con un duplice effetto: da un lato l’apertura verso l’esterno consente agli anziani che ancora vivono nelle loro case con le famiglie o in autonomia di usufruire di servizi utili a un buon invecchiamento, dall’altro permette agli ospiti della Casa di riposo di trascorrere ore piacevoli con persone diverse e non in un circuito chiuso.
Abbiamo sentito la direttrice Marino per capire quanto in questo anno si sia concretizzato e cosa, invece, sia ancora in fase progettuale.

Un anno fa avevate una serie di progetti che avreste voluto far partire. Cosa ci dice a distanza di 12 mesi?
In parte siamo già riusciti a portare a termine alcune cose. Proponiamo pasti a domicilio per gli over 65. La richiesta in questo momento è per il pranzo, ma saremmo disponibili anche per le cene. Il servizio è esteso anche ai weekend e ai giorni festivi. In questo modo chi vive solo ed è anziano può contare su un menu completo e sano. C’è anche la possibilità, soprattutto nei giorni di festa come Natale o Pasqua, di venire a mangiare direttamente in struttura e non restare soli.
I residenti over 65 sono anche invitati a trascorrere i pomeriggi con noi. Si gioca a carte, si fa la tombola, ci sono diversi laboratori che sono aperti sia agli ospiti, sia agli esterni. Ci sono persone che vengono ogni giorno. Questo fa bene agli ospiti perché consente loro uno sguardo sull’esterno. Si fanno due chiacchiere, diamo la merenda a tutti e si trascorre del tempo di qualità.
Parliamo di numeri. Un anno fa gli ospiti erano 18 e stavate pensando di ampliare anche l’organico. A che punto siamo?
In questo momento gli ospiti sono 25 e abbiamo toccato punte, con i ricoveri di sollievo di 34 persone che è poi la capienza massima. In questo momento abbiamo scelto di darci il limite di 25 persone perché stiamo cercando di fare dei lavori: allestire infermerie al piano, ad esempio, per assistere al meglio le persone. Per quanto riguarda il personale oggi la struttura conta su due Oss al mattino, due al pomeriggio e un operatore notturno. Abbiamo introdotto una nuova figura di coordinamento, sia degli Oss sia dei rapporti con il servizio territoriale. Anche il numero dei volontari, che era sceso dopo il Covid, è tornato a salire. Ci sono 4 signore che ci aiutano con la lavanderia, vengono a stirare e inoltre si occupano del giardino. Hanno già piantato primule e viole per rendere più accoglienti gli spazi esterni che speriamo di poter usare presto, appena le temperature lo consentiranno. C’è sempre Pietro che viene a leggere libri e giornali ai nostri ospiti e abbiamo delle collaborazioni con dei gruppi musicali che vengono a suonare per gli ospiti, anche in questo caso gli appuntamenti sono aperti alla cittadinanza. Viene inoltre il mago Blink a fare degli spettacoli di magia che piacciono moltissimo a tutti. Una figura importante che abbiamo inserito è quella dell’educatore. Oltre a occuparsi della parte laboratoriale, una volta al mese in collaborazione con il fisioterapista fanno fisioanimazione: una seduta di fisioterapia animata da musica, canzoni e letture. Queste mattinate piacciono molto e sono diversi gli over 65 santalbanesi che vi prendono parte.
La Casa di riposo di Sant’Albano è una Raa (residenza alberghiera per anziani) e non una Rsa. Può quindi ospitare solo persone autosufficienti. Questo vi limita in qualche modo?
Le modifiche che stiamo apportando sono proprio dirette a offrire assistenza anche a chi non è autosufficiente. Per non dover dimettere in un’altra struttura una persona che è stata con noi magari a lungo e che è diventata non autosufficiente. Il percorso è però lungo e richiede una serie di interventi. È vero però che la Casa di riposo Ida Pejrone ha spazi adeguati per dimensioni e servizi quindi non è impossibile. Intanto continuiamo a prestare servizi alla cittadinanza al loro domicilio. Ci sono famiglie che hanno in casa anziani non autosufficienti, li assistiamo, ad esempio, con le pratiche burocratiche, con il servizio infermieristico cercando di alleggerire il lavoro delle famiglie al loro domicilio. Prossimamente faremo delle serate informative per spiegare agli anziani e alle loro famiglie quali sono i servizi ai quali possono accedere anche i non residenti in struttura. Il luogo sarà neutro: la sala polivalente della scuola media che il sindaco ci metterà a disposizione. Alcune persone hanno delle remore a entrare in casa di riposo, ma non è qualcosa da temere: l’anziano spesso in casa è isolato, mentre in struttura ritrova dei coetanei con i quali ha condiviso un pezzo di storia. È facile che si instauri un dialogo che è più difficile con generazioni diverse. Occorre staccarsi dall’idea che la casa di riposo sia l’ultima spiaggia. Può essere una risorsa sia per la persona anziana, sia per la famiglia, sia per il territorio. Una cosa importante che abbiamo è il supporto di uno psicologo. Amo tantissimo il mio lavoro, ma non posso nascondere che sia difficile. Dobbiamo attrezzarci innanzitutto noi per essere in grado di dare il giusto supporto alle famiglie in una scelta, quella di inserire un anziano in struttura, che è difficile. Per questo è importante il supporto di professionisti.
Vi aprite al territorio, come risponde?
Alle attività che proponiamo partecipano sempre molte persone. C’è chi viene ogni pomeriggio e trascorre le ore chiacchierando e giocando a carte. Anche le aziende e gli enti del territorio ci sono molto vicini. Io busso a molte porte per riuscire a sostenere tutte le iniziative. Ci sono aziende che ci fanno omaggi per la tombola ad esempio, sembra una cosa piccola, ma gratifica molto i partecipanti. Una donazione importante che abbiamo ricevuto è il carrello per i medicinali da parte del gruppo Fidas della Michelin. Quello che avevamo era molto vecchio e si tratta di carrelli molto costosi. Ci tengo a ringraziare i donatori del sangue Michelin per questo importante dono.