L’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione lungo il 2022 soddisferebbe le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno. E, sempre nel 2022, il nostro Paese si colloca al terzo posto in Europa per il prelievo di acqua potabile pro capite: sono stati erogati ogni giorno 214 litri per abitante. Sono alcuni dei “numeri” contenuti nel report diffuso dall’Istat per la Giornata mondiale dell’acqua, che è stata istituita dalle Nazioni unite nel 1992 e che si celebra ogni anno il 22 marzo.
Il documento dell’Istituto nazionale di statistica ribadisce quanto sia grave il problema delle perdite idriche totali nella fase di distribuzione dell’acqua: nel 2022 sono stati sprecati 3,4 miliardi di metri cubi, ovvero il 42,4% dell’acqua immessa in rete. “Nonostante negli ultimi anni molti gestori del servizio idrico abbiano avviato iniziative per garantire una maggiore capacità di misurazione dei consumi e il contenimento delle perdite di rete, la quantità di acqua dispersa in distribuzione continua a rappresentare un volume considerevole, quantificabile in 157 litri al giorno per abitante - osservano dall’Istat -. Stimando un consumo pro capite pari alla media nazionale, il volume di acqua disperso nel 2022 soddisferebbe le esigenze idriche di circa il 75% della popolazione italiana per un anno”. Le perdite di rete - “fisiologiche” in una certa misura, dal momento che non esiste un sistema di distribuzione capace di annullare del tutto - si devono a rotture nelle condotte, all’«età» degli impianti che sono in molti casi vetusti e a “fattori amministrativi”, ovvero errori di misura dei contatori e allacci abusivi. Il problema è più marcato nell’Italia centrale e meridionale e sembra peggiorare in varie regioni; va detto, però, che quest’ultimo dato potrebbe essere influenzato dall’impiego di strumenti di calcolo più precisi.
Altro dato interessante - sempre per il 2022 - è il volume di acqua prelevata per uso potabile, che in Italia si attesta su 9,14 miliardi di metri cubi, destinati al fabbisogno non solo delle famiglie, ma anche di varie aziende, dal settore agricolo e industriale a quello commerciale, e degli edifici pubblici, ad esempio scuole ed ospedali. Una cifra - questa - che, pur essendo in lieve calo grazie a campagne di sensibilizzazione e contingentamenti dovuti a crisi idriche, conferma29, quindi escludendo i prelievi da acque marine”: per quanto riguarda i valori pro capite, soltanto i greci e gli irlandesi consumano più acqua. “Il prelievo giornaliero di 25 milioni di metri cubi, pari a 424 litri per abitante, è reso possibile da una fitta rete di approvvigionamento”, continuano dall’Istat. I disservizi nella distribuzione dell’acqua segnalati dai cittadini sono in lieve diminuzione rispetto al passato; in ogni caso, appaiono più marcati nel Mezzogiorno. Quasi il 29% delle famiglie italiane dichiara di “non fidarsi a bere l’acqua di rubinetto”; la diffidenza si riscontra soprattutto nel Mezzogiorno.