Dopo quella, straordinaria, voluta dai vescovi italiani nella prima domenica di Quaresima, il 29 marzo, Venerdì Santo, si svolge obbligatoriamente in tutte le Chiese del mondo per volontà del Papa la tradizionale Colletta per la Terra Santa.
Paolo VI, dieci anni dopo la sua storica visita ai Luoghi Santi, il 25 marzo 1974 decise di sensibilizzare l’episcopato, il clero e i fedeli di tutto il mondo sulle accresciute necessità della Chiesa in Terra Santa attraverso l’esortazione apostolica “Nobis in Animo” che riformò la Colletta.
Le offerte pervenute al Dicastero per le Chiese orientali nell’anno 2023 per la Colletta di Terra Santa ammontano a 6.571.893,96 euro. Lo stesso Dicastero, in un report, ricorda che “la Custodia Francescana attraverso la Colletta può sostenere e portare avanti l’importante missione a cui è chiamata: custodire i Luoghi Santi, le pietre della memoria, e favorire la presenza cristiana, le pietre vive di Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali”.
Come sono state spese le offerte 2023
I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve il 65% della Colletta, mentre il restante 35% va al Dicastero per le Chiese orientali, che lo utilizza per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale e i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente.
Degli oltre 6,5 milioni di euro ricevuti, il Dicastero per le Chiese orientali ha speso quasi 3,4 milioni di euro per la formazione accademica, spirituale e umana di seminaristi e sacerdoti delle Chiese poste sotto la giurisdizione della Congregazione per le Chiese orientali: in particolare 2.376.167,17 euro per la formazione dei seminaristi, sacerdoti e suore a Roma, il mantenimento dei Collegi e per la collaborazione culturale e 1 milione di euro per il Pontificio istituto orientale. Alla voce “Sussidi per l’attività scolastica” sono andati 2.246.597,72 euro di cui 961.363,42 al Segretariato di solidarietà, 824.459,43 euro alle Scuole del Patriarcato Latino di Gerusalemme e 460.774,87 euro alla Bethlehem University. 1.260.615,08 euro sono stati poi impiegati per sussidi ordinari destinati a Gerusalemme (222.986,16 euro), Giordania (18.582,18 euro), Iraq (90.123,57 euro), Libano (114.280,41 euro), Turchia (106.568,80 euro), Siria (185.821,80 euro), Iran (32.518,81 euro), Egitto (85.570,94 euro), Etiopia (218.340,61 euro) ed Eritrea (185.821,80 euro). A cui si sommano 107.613,24 euro di aiuti straordinari destinati a Gerusalemme(10.000,00 euro), Libano (28.194,54 euro), Siria (44.105,11 euro), Egitto (2.000,00 euro), Etiopia (10.000,00 euro) ed Eritrea (13.313,59 euro).
La guerra ha paralizzato la Terra Santa
“Lo scoppio della Guerra in Gaza, dopo gli avvenimenti del 7 ottobre scorso, ha paralizzato la Terra Santa - viene evidenziato nel report -. La mancanza di pellegrini e turisti ha messo in difficoltà migliaia di famiglie. Il Dicastero sta seguendo lo sviluppo della situazione, dimostrando la propria vicinanza attraverso la Delegazione apostolica a Gerusalemme, il Patriarcato Latino e la Custodia di Terra Santa. Il Santo Padre ha l’intenzione di realizzare un progetto con finalità umanitarie in Gaza o Cisgiordania che possa aiutare la popolazione a riprendere una vita più dignitosa e che possa creare opportunità di lavoro, a guerra finita. Questo progetto potrebbe essere realizzato con le offerte dei fedeli di tutto il mondo che partecipano alla Colletta per la Terra Santa”.
Card. Gugerotti: “I pellegrini restano lontani dalla città dei loro sogni, gli abitanti continuano a soffrire e a morire”
“‘E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme’. Come avremmo voluto che le parole del salmo 122 fossero la descrizione di ciò che accade ai nostri giorni! E invece tanti pellegrini restano lontani dalla città dei loro sogni, mentre gli abitanti della Terra Santa continuano a soffrire e a morire. In tutto il mondo risuona il rombo delle armi portatrici di morte. E non si vede tregua, anche se Dio ci ha assicurato che ‘Ogni calzatura di soldato nella mischia e ogni mantello macchiato di sangue sarà bruciato, sarà esca del fuoco’. Questa è la profezia di Isaia (9,4). Abbiamo visto e vediamo uomini in armi spargere sangue e uccidere la vita stessa. Eppure nel versetto successivo Isaia annunciava che ‘un bimbo ci è stato donato […] il Principe della pace’. Per noi Cristiani quel bimbo è Gesù, il Cristo, il Dio fatto uomo, il Dio con noi”. Lo scrive il card. Claudio Gugerotti, prefetto del Dicastero per le Chiese orientali, nell’Appello per la Colletta dei cristiani in Terra Santa.
Dopo aver ricordato che “Papa Francesco non ha mai cessato di manifestare la propria vicinanza a tutti coloro che sono stati coinvolti nel conflitto in Terra Santa e di gridare, agli uomini e alle donne di buona volontà, la propria esortazione a operare per la pace e a rispettare la sacralità di ogni persona umana”, il porporato ricorda come “il pellegrinaggio a Gerusalemme ha una storia antica quanto il cristianesimo, e non solo per i cattolici”. “Papa Francesco – prosegue – ha spesso sottolineato l’importanza di questo gesto ecclesiale”. “Non si tratta di una pia tradizione per pochi”, ammonisce il card. Gugerotti, ricordando che “ovunque nella Chiesa cattolica si fa obbligo ai fedeli di offrire il loro aiuto nella cosiddetta Colletta Pontificia per la Terra Santa che si raccoglie il Venerdì Santo o, per alcune aree, in un altro giorno dell’anno”. “Lo faremo anche quest’anno, sperando in una vostra particolare generosità”, continua il prefetto, domandando: “E sapete perché? Perché, oltre alla custodia dei Luoghi Santi che hanno visto Gesù, ci sono, ancora viventi e operanti pur fra mille tragedie e difficoltà spesso causate dall’egoismo dei grandi della terra, i cristiani della Terra Santa”.
Siate generosi!
In Terra Santa “molti nella storia sono morti martiri per non veder recise le radici della loro antichissima cristianità. Le loro Chiese sono parte integrante della storia e della cultura d’Oriente. Ma oggi molti di loro non ce la fanno più e abbandonano i luoghi dove i loro padri e le loro madri hanno pregato e testimoniato il Vangelo. Lasciano tutto e fuggono perché non vedono speranza. E lupi rapaci si dividono le loro spoglie. I cristiani di Iraq, Siria, Libano e di tante altre terre – sottolinea il porporato – si rivolgono a noi e ci chiedono: ‘Aiutateci a diffondere ancora in Oriente il buon profumo di Cristo’ (2 Cor 2,15). Io mi rivolgo a voi perché il loro grido non resti inascoltato e il Santo Padre possa sostenere le Chiese locali a trovare nuove vie, occasioni di abitazione, di lavoro, di formazione scolastica e professionale, perché rimangano e non si perdano nel mondo sconosciuto di un Occidente, così diverso dal loro sentire e dal loro modo di testimoniare la fede. Se partiranno, se a Gerusalemme e in Palestina lasceranno i loro piccoli commerci destinati ai pellegrini che non vi si recano più, l’Oriente perderà parte della sua anima, forse per sempre”. “Fate che sentano il cuore solidale della Chiesa!”, l’esortazione finale del prefetto.