Soccorso alpino, un anno da record

Cifre da record, nel 2023, per il Soccorso alpino e speleologico del Piemonte: se dalla fine della pandemia di Coravirus il numero di interventi continua a crescere, lo scorso anno si è registrato un balzo notevole.

In estrema sintesi, il Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico (Cnsas) regionale ha gestito 2.181 “eventi”, ovvero situazioni in cui qualcuno si trovava in difficoltà su terreni impervi, dalle montagne alle grate; è stato necessario effettuare una “missione” per l’incolumità delle persone coinvolte in 1.526 casi, e il totale di donne e uomini soccorsi è 1.793.

Nel 2023 le chiamate gestite dai tecnici della Centrale operativa del Soccorso alpino e speleologico, che si trova a Grugliasco in provincia di Torino ed è attiva senza interruzione, sono state 2.181, al di sopra del record che si era registrato nel 2020, quando furono 2.146: “Oltre al miglioramento delle infrastrutture telefoniche mobili che consente di effettuare una chiamata di emergenza anche dalle aree più remote della regione e alla sempre più radicata abitudine a rivolgersi ai numeri telefonici d’emergenza - osservano dal Soccorso alpino e speleologico -, occorre segnalare che aumentano gli allarmi lanciati tramite applicazioni per smartphone, tra cui Georesq sviluppata dal nostro Corpo, e tramite device come smartwatch. Si segnala anche un aumento di false chiamate, complessivamente 41, risultanti da allertamenti automatici non verificabili”. Le 1.529 missioni effettuate fanno registrare, a loro volta, un +37 rispetto al record del 2021 (1.492): “Gli interventi di soccorso alpino - spiegano ancora dal Gruppo - vengono condotti in due modi, con il supporto dell’eliambulanza del Servizio regionale di Elisoccorso a bordo della quale c’è il nostro tecnico o esclusivamente dalle squadre a terra. Nel 2023, l’elicottero è intervenuto nel 72% delle missioni, segnando una diminuzione rispetto all’80% del 2022. Il contributo generale offerto dalla presenza delle squadre a terra rimane fondamentale, se si considera il dato delle persone soccorse, che nel 46% dei casi vengono recuperate soltanto via terra, senza l’ausilio degli elicotteri”. Anche il numero delle persone soccorse, 1.793, stacca il record precedente (1.512, nel 2020): 527 gli illesi, 1.185 i feriti e 81 deceduti.

Le principali cause di infortunio in montagna - concludono dal Soccorso alpino e speleologico piemontese - sono le cadute (48%), seguite dai malori (15%); le persone soccorse sono uomini nel 76% dei casi e donne nel 24%. Infine, il 92% del totale praticava attività del tempo libero contro il 6% di residenti in montagna e il 2% di persone infortunatesi in terreno impervio per lavoro. In nessun caso sono state applicate le spese di compartecipazione agli interventi previste dalla deliberazione approvata dalla Giunta regionale piemontese nel 2015”.