“Un mondo a parte”

Un Mondo A Parte

di Riccardo Milani; con Antonio Albanese, Virginia Raffaele, Sergio Saltarelli, Alessandra Barbonetti, Italia, 2024, durata 113 minuti. 

La scena si apre su una classe elementare con un maestro che cerca garbatamente ma con fermezza di riportare l’ordine tra i bambini e far posare il cellulare ad uno di questi il quale, di fronte al richiamo, lo apostrofa dicendo “Maestro, non rompere, altrimenti chiamo mio padre che t’ammazza di botte!”. La sequenza riassume in maniera inequivocabile il quadro della situazione e il conseguente tasso di frustrazione di Michele, docente in un istituto comprensivo della periferia romana che ha trascorso trent’anni di vita professionale “a tentare di salvare persone che non volevano essere salvate” e che ora ha deciso di lasciare e accettare il trasferimento in una scuola di montagna, a Rupe, un piccolissimo paesino nel cuore del Parco nazionale dell’Abruzzo. Lì, pensa Michele, potrà trovare finalmente sentimenti più sinceri, allievi desiderosi di apprendere e quell’ambiente incontaminato, quegli orizzonti puri e aperti che chi vive in città ha dimenticato. Ma la montagna idealizzata dal cittadino Michele è assai diversa da come egli la immaginava, la natura e l’ambiente sono sicuramente più puri e incontaminati ma i problemi non mancano, d’inverno il clima è rigido, le strade sono innevate e difficilmente percorribili, il progressivo spopolamento e la carenza di servizi, a cominciare proprio dalla scuola, rendono la quotidianità qualcosa di assai faticoso, insomma l’Abruzzo non è l’Arcadia…

Non sempre scorrevole sotto l’aspetto narrativo, con qualche battuta a vuoto dopo la prima mezz’ora e un eccesso di retorica nel finale, il film di Riccardo Milani dà il meglio di sé nella scelta degli interpreti, a cominciare dall’inedita coppia Agnese/Virginia Raffaele e Michele/Antonio Albanese, vicepreside lei, maestro elementare lui, così come la scolaresca di Rupe composta integralmente da bambini del luogo che calcano la scena come consumati attori. Commedia sociale che come il precedente, e più riuscito “Grazie ragazzi” (sempre con Albanese come protagonista) riflette sui temi dell’educare e dell’istruire e su quanto la relazione sia il vero perno della nostra esistenza, “Un mondo a parte” mantiene la cifra narrativa della commedia agrodolce intenzionata a far sorridere con intelligenza su temi importanti, in questo caso un tema altissimo come la scuola pubblica, e nella sceneggiatura di Milani riecheggia in qualche misura la lezione del giurista, filosofo e politico Piero Calamandrei sulla centralità della scuola nella società, elemento imprescindibile di ogni comunità democratica. Chissà se l’attuale ministro dell’Istruzione tra un tweet sgrammaticato e l’altro avrà tempo e modo di andare a vedere questo film, potrebbe essergli utile.