Ernesto Casavecchia, Giorgio Minerbi, Andrea Ponzi (Sander), Tommaso Racca (Gabri), Pierino Panero (Pierre), Alessandro Rozzi (Cirillo), Ivan Volhov Pavlovich, Francesco Salis (Ulisse), Biagio Trucco (Dado). Sono i nomi dei nove partigiani della brigata Morbiducci uccisi il 6 marzo 1945 al santuario di Valmala dai Repubblichini di Salò, alpini della divisione Monterosa battaglione Bassano. Erano accampati al santuario di Valmala per conteggiare le forze a disposizione a rientro dall’inverno e per stabilire il da farsi nei mesi successivi. Quel giorno, dei sedici partigiani sopravvissero solo sette tra cui, Angelo Boero “Edelweiss” scomparso nel 2008.
A questo eccidio il regista Daniel Daquino ha dedicato il film “Neve rosso sangue”, cortometraggio uscito nel 2015 prodotto da Euro Film in collaborazione con BabyDoc Film e realizzato grazie all’appoggio dell’Anpi di Verzuolo e dell’Istituto storico della Resistenza di Cuneo, con il patrocinio della Provincia, i contributi delle Fondazioni CrSaluzzo, CrTorino, CrCuneo, Banca di Credito di Caraglio e il sostegno della Film Commission Torino Piemonte, oltre ad una campagna di crowdfunding che ha raccolto circa la metà dei fondi necessari.
La guerra sta quasi per finire quel 6 marzo 1945. Caterina, staffetta partigiana, si nasconde perché ricercata dai fascisti. Viene a sapere che gli alpini della divisione Monterosa, battaglione “Bassano” della Rsi, intendono fare un rastrellamento nell’accampamento. Fermata dall’amica Maria e dal fratello, non può andare ad avvertire il gruppo, e la mattina del 6 marzo l’intero distaccamento di partigiani garibaldini viene attaccato.
Il film è interpretato da Eva Cischino (Caterina), Waldemara Lentini (Maria), Flavio Rebuffatti (Ernesto), Igor Chierici (Giorgio), Pietro Parola (Edelweis), Aldessandro Meringolo (Tigre), Gabriele Filosa (Marino), Davide Di Rosolini (Trapani), Matteo Castellano (Pistola), Simone Raspo (Gigione), Anton Doromeychuk (Ivan), Francesco Matera (Ulisse), Ruggero Lerda (Sarel), Alberto Cornero (King), Emilio Mannari (Cirillo), Simone Rossi (Abete), Deian Martinelli (Dado), Marco Barra (Ercole), Paolo Bonetto (Sander), Marco Tealdi (Pierre), Francesco Rattalino (Gabri), Christian Di Filippo (Giuseppe Chiotti), Roberto Zibetti (Tenente Adami), Teodoro Garruto (Maresciallo Frison) e dal Gruppo di Rievocazione storica “Progetto 900” di Pinerolo (divisione alpina Monterosa battaglione Bassano).
Daquino, che è sul grande schermo in questo periodo con il nuovo cortometraggio Benzina, inserito tra le pellicole selezionate in diversi concorsi in Italia e all’estero, ci ha raccontato come è nata l’idea di mettere su pellicola la storia dell’eccidio di Valmala: “Anni fa lavoravo in casa di riposo a Manta - ci ha raccontato Daniel, che oltre a dirigere film e videoclip lavora come educatore -. Tra gli ospiti c’era Caterina Comba, la staffetta Speranza. Lei parlava sempre della guerra, aveva una memoria lucidissima e raccontava spesso dell’eccidio di Valmala. Fino all’ultimo si è sentita in colpa per essersi lasciata convincere a stare nascosta, per non aver avvisato i partigiani”.
Caterina Comba è morta a 102 anni, dopo aver convissuto con il dolore e il ricordo di una delle pagine più crude della storia partigiana delle nostre valli: “Caterina raccontava di essere poi salita alla cappella di Lemma dove erano stati portati i nove corpi. Li aveva lavati lei stessa uno a uno. Sono strazi di cui non riusciamo a immaginare la portata: erano suoi amici”.
Quando Caterina è mancata Daniel stava pensando a un film sulla Resistenza, anni prima aveva conosciuto Angelo Boero e si fece dunque strada la voglia di raccontare questa pagina sanguinosa della nostra storia: “L’amore che ho per il cinema e la Resistenza mi ha portato a casa, a quello che è l’episodio più sentito dai partigiani che ho conosciuto in valle. Avevo conosciuto Boero, parlato con la moglie di Gigione, che non ha mai voluto che lui parlasse con me, che le cicatrici che si portava dentro si riaprissero. Tutti i partigiani mi parlavano dell’eccidio di Valmala e quindi si è fatta strada dentro di me l’idea di farne un film che fosse anche una dedica a Caterina e alle tante donne della Resistenza. Ho riflettuto sulla figura femminile e credo che nella narrazione della Resistenza manchi il ruolo delle donne. Si parla molto dei partigiani che però erano in montagna ed erano armati. Le donne erano nelle città, giravano in bicicletta da sole con i messaggi in codici cuciti tra gli abiti, facili prede dei nemici. Eppure sono pochissimi i libri e i film che ne parlino approfonditamente. Ecco perché ho voluto che Caterina fosse il perno intorno al quale narrare la storia di Valmala. Un altro motivo che mi ha spinto a raccontare questo fatto rispetto ad altri è che è stato un crimine perpetrato da italiani e non da tedeschi. Gli assalitori erano alpini, che normalmente sono visti con grande simpatia. Ma questi erano repubblichini, erano fascisti”.
Per approfondire ulteriormente il discorso dell’eccidio di Valmala e del film “Neve rosso sangue” venerdì 19 aprile alle 21 nei locali della scuola media di via Tassone Daniel Daquino incontrerà il pubblico in occasione della proiezione del film organizzata dall’associazione culturale Liberamente santalbanese. Con lui dialogherà la giornalista Agata Pagani.