“Tra tutte le beatitudini la libertà interiore osservo”, questa la frase che campeggia sul manifesto funebre e che lui stesso ha scelto. Nella mattinata di mercoledì 1 maggio nella sua casa di Fossano, nell’abbraccio dei suoi famigliari, è morto Luca Bedino, 55 anni, archivista storico del Comune di Fossano.
La malattia, affrontata con grande lucidità e con la tenacia di chi vuole vivere intensamente ogni singolo istante, alla fine non gli ha dato tregua.
Luca è il primo di quattro figli dell’infermiere Giovanni Bedino, molto conosciuto a Fossano e mancato nel dicembre del 2017. Dopo gli studi archivistici e di paleografia latina, e la laurea in Storia con Massimo Firpo, diventa l’archivista storico del Comune e inizia le collaborazioni con l’ambiente universitario e scientifico, con convegni, studi, ricerche in contesto accademico. In città organizza mostre nel castello, come le quattro legate ai tesori cittadini della biblioteca, della cattedrale, della Cassa di risparmio e della nobiltà, ed eventi come “Oltre l’Ade”, Bona di Savoia, la Fenice rinnovata, oppure convegni di Orientalistica con importanti università nazionali. A lui si devono la riproposizione delle antiche vie cittadine dipinte agli angoli del centro storico, i pannelli didascalici in parte disseminati per la città; gli studi inediti sui volumi editi dalla Crf e dalla Fondazione Crf; le ricerche che hanno consentito di scoprire l’eccidio e l’infanticidio dei valdesi, la storia della scuola veterinaria nel castello, la partecipazione dei fossanesi ai moti risorgimentali (tanto per citare alcuni contributi, l’ultimo nel convegno internazionale del Politecnico di Pisa, a fianco dei Centri di studio e università di tutta l’area mediterranea).
Poi il lavoro di equipe, come curatore delle mostre bibliografiche e documentarie tenutesi per diversi anni al Castello di Racconigi, coordinando tutti i sistemi e le biblioteche della provincia cuneese.
Luca è stato anche l’artistico estensore di pergamene per cittadinanze onorarie, diplomi e dediche ufficiali per i matrimoni, come calligrafo; da citare anche la ridefinizione di spazi dipinti nella biblioteca e gli allestimenti temporanei per esposizioni culturali.
E lui stesso ammetteva: “L’attività più gratificante è stata certamente il contatto con i frequentatori dell’archivio storico: tirocinanti, studenti, universitari, ricercatori, professori universitari, studiosi, semplici appassionati di storia”. Una miriade di soggetti a cui ha cercato di dare il possibile e dai quali ha ricevuto tantissimo, quanto basta per ritenersi appagato di quanto abbia vissuto.
Luca Bedino lascia la moglie Sabina Masante, l’adorata figlia Matilde, la mamma Giusy, le sorelle Ombretta ed Elsa, il fratello Marco e tutti i famigliari, ma anche tanti amici con i quali ha condiviso momenti di gioia e anche l’ultimo periodo, quello della prova.
La camera ardente verrà allestita, giovedì 2 maggio, nella sala Barbero del Castello degli Acaja, quel castello che per lui è stato “casa” in tanti anni di servizio nell’Archivio. L’apertura alle 17; seguirà, alle 19, la cerimonia di commiato.