Piogge d’inizio maggio, un bilancio

Il fiume Stura

“Tra il 30 aprile e il 1° maggio scorso, una vasta area di bassa pressione atlantica, attiva al largo dell’Irlanda, si è estesa verso il Mediterraneo occidentale agganciando una perturbazione già attiva sullo Stretto di Gibilterra, e questa situazione ha portato alla formazione di un minimo di bassa pressione sul Golfo del Leone, in moto poi verso il Mar Ligure e l’Italia centrale”. Ecco, nelle parole di Arpa Piemonte, che cosa è successo sopra le nostre teste nei giorni scorsi. Giorni che, in Piemonte, sono stati condizionati da forti precipitazione fino al 2 maggio, complice l’«effetto stau», ovvero quel fenomeno che si presenta quando una corrente d’aria, nel superare una catena montuosa che in questo caso sono ovviamente le Alpi, perde parte della propria umidità che condensa in precipitazioni.

Non solo pioggia, ma anche neve. La quota delle nevicate si è generalmente attestata su valori maggiori dei 2000, fino alla serata del 2 maggio quando è scesa a quote più basse, fra i 1.500 e 1.700 metri. “La nuova neve, molto umida soprattutto al di sotto dei 2000-2200 metri, si è rapidamente destabilizzata già in corso di nevicata - continuano dall’Arpa Piemonte -, determinando una significativa attività valanghiva in quota che, in alcuni casi, ha raggiunto le zone di fondovalle ben al di sotto del limite della nevicata”.

Com’è prevedibile, il livello dei corsi d’acqua si è alzato. Incrementi significativi sono stati registrati - in provincia di Cuneo - per il Pesio a Carrù, l’Ellero a Mondovì e il Corsaglia a Frabosa Soprana. In ogni caso, non è stato superato il livello di guardia.

Articolo completo sul prossimo numero de "la Fedeltà", in edicola da mercoledì 8 maggio