di David Leitch; con Ryan Gosling, Emily Blunt, Wiston Duke, Aaron Taylor Johnson, Hannah Waddingham; Usa, 2024, durata 126 minuti.
Colt Seavers è uno stunt man, uno dei migliori. Non c’è scena pericolosa che non sia disposto a girare ed è da anni la controfigura di Tom Ryder, una delle più acclamate star dell’action movie hollywoodiano. Ma un giorno, sul set di un film di fantascienza Colt (un superlativo Ryan Gosling) è protagonista di un terribile incidente che lo spinge ad abbandonare la professione. Dopo mesi di ospedale e riabilitazione Colt sparisce senza più dare notizie di sé, si rifugia in Messico a fare il parcheggiatore d’auto in un hotel lasciando tutto e tutti, a cominciare dall’amata Judy Moreno, un’operatrice di ripresa con cui aveva intessuto una relazione durante il precedente film. Ed è al motel messicano che Colt riceve una telefonata da parte di Gail, l’agente e produttrice di Tom Ryder che gli chiede di ritornare a lavorare sul set. Colt in un primo momento rifiuta l’offerta sino a quando Gail tira fuori il suo asso dalla manica: Colt deve accettare l’incarico perché il film è la prima regia della sua ex fidanzata che ha chiesto espressamente di lui. Detto fatto, preso il primo aereo per l’Australia dove si svolgono le riprese, Colt deve fare i conti con la prima di molte sorprese, perché non è stata un’idea di Judy a volerlo lì sul set, al contrario, e non è stato neppure chiamato per fare lo stuntman. Già, perché come gli rivela Gail in colloquio a quattr’occhi, Tom Ryder da qualche giorno è scomparso e Gail vuole che Colt si metta sulle sue tracce, affermando che solo lui lo potrà trovare. Perché se non si trova Tom, niente attore protagonista, dunque niente finanziamenti, senza finanziamenti niente primo film come regista per Judy, e dunque per lei addio carriera. Posto di fronte a tutto ciò a Colt non resta che accettare…
Commedia a forte tasso di azione, “The fall guy” si regge su un doppio binario, comico e di azione miscelando con intelligenza scene spettacolari (su tutte quella del plurimo capottamento dell’auto di Colt sulla spiaggia australiana) e dialoghi esilaranti che mettono in luce il lato ironico e autoironico di Ryan Gosling che abbandonati i ruoli iper cruenti e monoespressivi del cinema di Nicolas Winding Refn dà il meglio di sé nei panni di uno stuntman tanto spericolato quanto affettuoso ed empatico (e in effetti la cosa sembra un tantino strana ma, al contrario, è uno dei punti vincenti del personaggio) che nel suo percorso di ricerca dell’amico attore (o di quello che lui pensava fosse un amico) conduce lo spettatore in un avvincente e interessantissimo percorso metacinematografico, una sorta di film nel film in cui si vive in diretta la costruzione delle scene con in diretta molti trucchi e segreti del cinema contemporaneo. Del resto David Leitch, prima di passare dietro la macchina da presa faceva proprio lo stuntman (era addirittura la controfigura di Brad Pitt) e si vede che sa bene di cosa parla e racconta. Da vedere.