Insuperabili Cuneo cercare l’abilità nella disabilità

Il genolese Lorenzo Ballario è il difensore della squadra di calcio per non vedenti

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Lorenzo Ballario in campo - Foto Insuperabili

Cercare l’abilità nella disabilità nel modo più semplice, quello che tutti conoscono: il gioco, per andare oltre i pregiudizi, oltre le barriere fisiche e psichiche, oltre le difficoltà. È la missione di “Insuperabili”, network di squadre di calcio per giovani con disabilità.
Era il 6 ottobre 2012 quando 4 ragazzi con disabilità svolgevano a Torino il primo allenamento della Scuola calcio Insuperabili. Al termine della stagione a quei quattro ragazzi se ne erano aggiunti tanti e il gruppo era diventato di 25 calciatori. Con il loro esempio, la loro forza e determinazione ispirano il nome della Società: “Insuperabili”. Nei 3 anni successivi vengono inaugurate le sedi di Genova, Siracusa e Roma. Inizia a prendere forma uno dei principali obiettivi di Insuperabili, creare un network di Scuole Calcio per persone con disabilità altamente qualificate, che possano con il tempo creare un vero e proprio movimento culturale. Oggi le sedi della scuola calcio sono 18. “Quello che portiamo avanti come Insuperabili è un’attività a 360° - spiega Alessia Gramai, psicologa e supervisore di Insuperabili -. Nello staff di ogni squadra ci sono dei tecnici sportivi, ma anche delle figure psicoeducative che monitorano insieme ai tecnici il percorso dell’atleta. Questo è importante perché consente un lavoro sull’individuo e non sulla sola parte sportiva, che è comunque fondamentale: il nostro punto di partenza non è quello di far giocare delle persone con disabilità, ma di dimostrare a loro e a tutti che fare sport con disabilità in modo serio è possibile. Agiamo inoltre anche nei confronti della società, sia con eventi, tornei, ritrovi che includono squadre di persone con disabilità e non, sia attraverso i nostri canali social. Questo contribuisce ad accrescere la consapevolezza delle possibilità che le persone con disabilità hanno. Nel percorso sportivo diamo ampio spazio alla parte competitiva. Gli atleti vanno in trasferta, talvolta anche all’estero e questo ha un impatto molto forte su di loro, sulle loro relazioni a scuola, con gli amici, sul lavoro. In alcuni casi è molto importante anche il lavoro che facciamo insieme alle famiglie, sia accogliendole, sia partecipando con loro a incontri con gli altri servizi che si occupano dei nostri atleti creando una rete importante intorno alla persona con disabilità”.
Da quest’anno anche a Cuneo c’è una sede di Insuperabili ed è una squadra di calcio per non vedenti, la prima tra le diverse squadre di calcio targate Insuperabili. Al suo interno milita il genolese Lorenzo Ballario.
“La nostra squadra è nata nel 2020 - racconta Lorenzo Ballario -. All’inizio eravamo un gruppo di amici con la voglia di stare insieme e giocare a pallone, senza scopo competitivo, ma per amicizia. Era un gruppo misto, c’erano anche delle ragazze. Man mano che la squadra è cresciuta tecnicamente siamo rimasti in quattro con l’intenzione di prendere parte a un campionato: io, Simone Zenini, Riccardo Pellegrino e Namory Soumahoro. Il primo campionato è andato abbastanza male dal punto di vista dei risultati, ma lo sapevamo perché per noi era la prima volta. Per rinforzare la squadra si sono aggiunti a noi due calciatori pugliesi, Vincenzo Di Bari e Francesco Dileo che si allenano in maniera indipendente e ci raggiungono ogni tre mesi per un allenamento collettivo e in occasione delle partite di campionato”.
Ma come si gioca a calcio senza vedere la palla, il campo, gli avversari? I giocatori in campo indossano una maschera per raggiungere, anche in caso di ipovisione, la cecità totale. La palla è sonora e viene ascoltata dagli atleti. Ci sono anche persone vedenti: il portiere, che nel caso di Insuperabili Cuneo è Pierpaolo Soria o Ibrahima Sow, il retroporta che si posiziona dietro alla porta avversaria e gli allenatori a centro campo: “In questo modo ogni parte del campo è coperta da persone che ci forniscono indicazioni. Cercano però di parlare meno possibile. Siamo noi che dobbiamo correre prestando attenzione a dove sia la palla. Inoltre dobbiamo segnalare la nostra presenza per non andare a sbattere gli uni contro gli altri. Mentre la palla è in movimento il pubblico è tenuto al totale silenzio. È già difficile così, perché anche se sembra che ci sia silenzio, i rumori sono tanti” spiega Ballario.
In questo secondo campionato la squadra è cresciuta, c’è stata una vittoria e comunque le sconfitte sono meno nette, segno che il percorso di crescita sportiva è sulla strada giusta. Gli allenamenti si svolgono a Cuneo sotto la supervisione di Riccardo Baldracco e Guido Rosa, mister certificati Fispic: “In allenamento usiamo anche la musica per stimolare l’attenzione e il riconoscimento dei diversi rumori che ci sono - spiega Guido Rosa -. Quella di sentire il gioco è una delle principali difficoltà che i nostri atleti incontrano. Lorenzo è un difensore. Lavoro con lui dal 2019 e il suo è stato un percorso in continuo miglioramento. Il ruolo è adatto a lui perché il suo fisico gli permette di reggere bene agli scontri degli attaccanti. Nel calcio per non vedenti gli scontri sono frequenti, anche di più che nel calcio tradizionale. Anche se chi non ha la palla deve segnalare con la voce la propria posizione capita spesso che ci si urti anche con forza. L’altra grande difficoltà che incontrano i giocatori è il controllo della palla. Anche in questo Lorenzo ha fatto passi da gigante in questi anni. I risultati di questo campionato parlano chiaro. C’è stata una prima vittoria e le sconfitte sono state di misura. Adesso andremo a Roma a giocare contro Novara, Lecce e Siracusa. Il Lecce è una squadra storica, mentre con Novara e Siracusa credo che ce la potremo giocare alla pari. Lorenzo ha anche delle ottime doti da leader, in campo la sua presenza si sente e infatti nell’ultimo match ha indossato la fascia di capitano”.