Acqua pubblica, per liquidare Egea servono i tempi supplementari

L’Autorità d’ambito concede altri quattro mesi ad Alpi acque per adempiere

Alpi acque, la sede di Fossano

Ancora quattro mesi. È il tempo assegnato ad Alpi acque per completare il percorso di pubblicizzazione del servizio idrico e la successiva confluenza in Cogesi come società consorziata del gestore unico a livello provinciale, mantenendo autonomia operativa e l’attuale know how. L’assemblea dei soci del 13 maggio che avrebbe dovuto avviare il cammino verso la liquidazione del socio privato non è andata, infatti, com’era nelle intenzioni dei soci pubblici (Fossano e gli altri Comuni, che detengono il 51% delle quote), dal momento che il socio privato - Egea acque - non ha partecipato al voto facendo mancare il numero legale. Il motivo? Egea non è attualmente nelle condizioni di decidere e non lo sarà fino a quando non verrà completata la cessione della maggioranza a Iren.

Venuta meno la scadenza del 15 maggio, l’Autorità d’ambito (Ato) ha voluto, tuttavia, assegnare un tempo supplementare alla Società mista, alla luce di due elementi ritenuti positivi. Il primo sono le tre delibere assunte dai Comuni più grandi (Fossano, Savigliano e Saluzzo) per dare mandato ad Alpi acque di procedere agli atti necessari per il recesso o, sin alternativa, costituire una new company a totale partecipazione pubblica. Il secondo è la disponibilità del socio privato - messa nero su bianco in una lettera ad Alpi acque - a valutare il proprio recesso dalla società, una volta completata la cessione a Iren, se la valutazione economica dell’azienda, fatta con perizia, sarà compatibile con i valori inseriti nei bilanci Egea oggi sotto la vigilanza del tribunale.

Articolo completo sulla "Fedeltà" di mercoledì 22 maggio