Chiunque abbia rifatto una casa, una porta a vetri, una lampada particolare dagli anni '70 fino ad oggi lo ha conosciuto. È mancato il "vedriè", il vetraio Pierangelo Ferrua. Aveva 80 anni e ancora lavorava nel laboratorio in via Primavera insieme alle due figlie Tiziana e Viviana, alle quali ha insegnato il mestiere, "il mestiere più bello del mondo e uno dei più antichi del mondo - ci racconta la figlia -. Lo faceva con passione, con rigore, con costanza. Era un uomo buono e disponibile, che ha scelto di mantenere il laboratorio alla 'vecchia maniera', ma era sempre aggiornato sulle tecniche e sulle mode. Ci ha insegnato il mestiere, mai imposto, ci ha insegnato a sbagliare perché potessimo imparare".
Ferrua usava la testa e le mani, si studiava i modelli e se li costruiva, senza i computer; collaborava con fabbri e falegnami, con costruttori, con altri artigiani.
Poco il tempo che si ritagliava fuori dal laboratorio in cui ha lavorato per 60 anni, prima in via San Michele e poi in via Primavera, ma manteneva le passioni per l'orto, per la montagna e gli animali, per la natura con la quale il suo mestiere - alla fine - era molto collegato.
Oltre a Tiziana con Paolo e Viviana con Charly, Pierangelo Ferrua lascia la moglie Luciana e la figlia Cristiana con Bruno, i nipoti Simone, Pietro, Lucia, Francesca, Lorenzo e Anna.
I funerali saranno celebrati giovedì 6 giugno alle 15 in Cattedrale a Fossano.
Il rosario sarà recitato mercoledì 5 giugno alle 19 in Cattedrale.