L’Eucarestia viene definita dal Concilio Ecumenico Vaticano II come fonte e culmine della vita spirituale. Il nostro fondatore, il beato Giuseppe Allamano, fra poco canonizzato e Santo, ha inculcato ai suoi figli e alle sue figlie missionari/e un grande amore per l’Eucarestia, per la celebrazione della Messa e per l’adorazione, tanto che chiamava il tempo della celebrazione della Messa “il tempo più bello della giornata”.
Noi Missionari della Consolata qui a Fossano durante l’estate, nel giardino-cortile di via Cottolengo 1, celebriamo la Messa ogni domenica alle ore 18 (poi con il crescere delle temperature estive sarà spostata alle 19) seguita da un tempo di adorazione, di liberazione e di guarigione.
La celebrazione della Messa e l’adorazione sono un tempo di grazia, un tempo di benedizione. Ci proponiamo di vivere con calma la celebrazione, rispettando tutti i silenzi, i momenti prescritti dalla liturgia, proprio per cercare di penetrare di più in questo mistero di grazia, di gloria e di apertura alla vita eterna… e inoltre per dare spazio e importanza alla proclamazione, ascolto e approfondimento della Parola di Dio.
Una liturgia ben celebrata diventa certamente la prima catechesi per l’incontro con il Signore. Mi ricordo che in missione, le liturgie della celebrazione Eucaristica e degli altri sacramenti erano momenti in cui si aprivano degli spazi per l’incontro con il Signore e il cammino dei catecumeni.
Oggi nel mondo, purtroppo a volte anche nella Chiesa, spirano dei venti che vogliono in qualche modo sminuire il valore immenso, incalcolabile dell’Eucarestia, quasi un po’ ridurla ad un pane benedetto, e relativizzare la presenza stessa dell’Eucarestia nella Chiesa. Credo sia essenziale, proprio in questo “oggi” che ha tanta tenebra, puntare su questo raggio di luce, di grazia, di vita che è la celebrazione della Messa.
È rimanere in adorazione con umiltà, fiducia e abbandono di fronte a Colui che ha detto “Io sono la via, la verità e la vita”, e ha anche detto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed Io vi darò ristoro”.
È fondamentale penetrare di più il mistero dell’Eucarestia, in cui in maniera reale, anche se misteriosa, Gesù si rioffre al Padre, nella sua dolorosissima Passione, per la salvezza del mondo, perché scenda benedizione, perdono dei peccati, perché sia stroncata l’azione del maligno che vuole a tutti i costi riversare, invece, paura, disperazione, non senso della vita, non senso della vita eterna, apostasia, irrisione del sacro.
Oggi è molto importante, per il cammino della Chiesa, per il cammino del mondo, per la pace nel mondo, per ritrovare un senso profondo della propria vita, vivere, accogliere la celebrazione dell’Eucarestia.
È bello vedere in molti fedeli laici questo amore per l’Eucarestia, questo cercare, pur nei molti impegni della quotidianità, della vita, della famiglia, della scuola, delle varie realtà… anche il tempo nei giorni feriali di partecipare all’Eucarestia.
Questa è una grazia che poi diffonde nella giornata quella pace, quell’amore verso il prossimo, quella forza di perdonare, di avere degli occhi che guardano di più alle lacrime, alle povertà, alle solitudini, alle emarginazioni. Quando l’incontro col Signore diventa vivo e vero, come avviene durante l’Eucarestia o l’adorazione, il cuore non può che aprirsi alla misericordia, all’amore, a quel comandamento di Gesù “Amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato”.
Nell’egoismo, nella chiusura, nell’avidità del denaro, nella sensualità, nella tenebra dell’oggi, l’Eucarestia proietta un raggio di luce per quanti la accolgono, per diventare loro stessi raggi di luce che penetrano le tenebre. È un momento fondamentale di grazia, per ritrovare nel mondo la pace, ritrovare quella fede che a volte sembra essere persa o inabissata nel dimenticatoio o nella tiepidezza.
Terminata la celebrazione della Messa, dopo un breve intervallo, segue un tempo di adorazione, per rimanere di fronte a Gesù vivo e vero, in un atteggiamento di lode e di riconoscenza. È certamente una preghiera di ringraziamento, ma è anche una preghiera di liberazione dal male e dal maligno.
È una preghiera che, se fatta con fede, con semplicità, con quello spirito del bambino, come dice Gesù nel Vangelo “Ti ringrazio, Padre, perché hai rivelato queste cose ai piccoli”, diventa un momento di guarigione anche di tante pesantezze del cuore, di tante paure, di tante ferite della vita.
Ecco: questa è la nostra proposta estiva come Missionari della Consolata, come Missionari dell’Eucarestia. È un semplice e modesto tentativo per cercare di riscoprire e accogliere più in profondità, con più amore, per l’intercessione della Vergine Maria che è fondamentale in ogni celebrazione dell’Eucarestia, quel Gesù che lei ha dato alla luce per la nostra salvezza. È una proposta per i mesi di giugno, luglio, agosto, settembre e, finché sarà possibile, anche di ottobre. Poi si continuerà nella Cappella, certamente in uno spazio più ristretto. Siete tutti invitati a venire e sperimentare. Vorrei dire con una frase del Vangelo: “Vieni e vedi!”.
Ci affidiamo alla Madonna Consolata, nostra patrona, perché possiamo essere in grado di vivere bene questa esperienza, perché Lei che ha dato al mondo il Signore Gesù ci aiuti a vivere, a presentare, ad aiutare a vivere la grande celebrazione dell’Eucarestia, l’offerta di Gesù al Padre che si rinnova, e vivere il tempo di grazia, di guarigione, di liberazione dal male che è il tempo dell’adorazione.
padre Francesco Peyron, Missionario della Consolata