“Nessun dolo, ma una sciatteria nell’esecuzione di operazioni elementari”, ovvero “lavori fatti alla carlona”: questa la sintesi dell’accusa al termine del processo per il crollo del viadotto di Fossano, per il quale dodici imputati devono rispondere di disastro colposo. Per sette di loro la Procura di Cuneo ha chiesto pene comprese tra un anno e due mesi e due anni. A ciò si aggiungono le richieste risarcitorie presentate dalle parti civili, ovvero l’avvocatura di Stato, la Provincia di Cuneo e l’Anas: 3 milioni e 313 mila euro tra provvisionali e danni. Il direttore dei lavori e sei tra tecnici e dirigenti delle imprese e funzionari Anas sono ritenuti responsabili del crollo. Per altri cinque imputati, invece, è arrivata la richiesta di assoluzione.
Articolo completo sulla "Fedeltà" di mercoledì 3 luglio