Si è conclusa domenica a Trieste, con la messa celebrata da papa Francesco, la 50ª Settimana Sociale dei cattolici in Italia. A rappresentare la diocesi di Cuneo-Fossano erano in cinque: il vescovo Piero Delbosco, Mauro Verra, incaricato diocesano dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, Giulia Filippi di Fossano, per la Caritas diocesana, Rachele Barale di Fontanelle per l’Azione Cattolica, don Flavio Luciano, vicario per la pastorale della diocesi in veste di delegato dei consiglieri spirituali Coldiretti.
Il tema della Settimana Sociale numero 50 è stato “Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro”. “A più riprese, durante l’evento, è stato richiamato con forza il fatto che siamo tutti parte dello stesso Paese – commenta don Flavio Luciano -. Mai come oggi la democrazia ha bisogno di ognuno di noi: siamo chiamati a fare la nostra parte per riportarla a essere vitale per tutti. Nessuno è escluso da questo invito, tutti abbiamo qualcosa da dare: ed è proprio la questione sociale della partecipazione che va rinnovata e rivitalizzata”.
Appena rientrati, i cinque delegati diocesani hanno provato a raccontare le prime impressioni a caldo.
GIULIA FILIPPI - Mi è rimasto impresso l’intervento di Annalisa Caputo, la quale ha riportato le opinioni di alcuni bambini locali interrogati sulla democrazia, e ha citato con delicatezza un intervento specifico, quando un bambino le spiegò che “la fiducia è come un bottone di un maglione: quando il maglione è chiuso, ti tiene al caldo”. È stato molto utile, negli interventi, la presentazione di esempi concreti e non solo di teorie astratte e idee generali. Insomma, è stato piacevole ricevere esempi concreti e non solo teorie astratte. Molte volte gli esperti che sono intervenuti hanno ribadito che ognuno di noi deve fare la propria parte: la società è come la trama di un tessuto in cui ogni individuo è un filo; se manca un filo manca, nel tessuto rimane un buco. Questo esemplifica bene che tutti, ma proprio tutti sono importanti e che tutti siamo chiamati ad impegnarci e ad agire per il Bene Comune.
RACHELE BARALE - Sono d’accordo con tutto ciò che è stato detto. Vorrei porre l’attenzione su come tutto sia stato ben organizzato e pulito e di come gli interventi siano stati costruttivi, efficienti ed efficaci, effettuati da professionisti del settore. Soprattutto vorrei evidenziare il metodo alla pari. Nonostante io sia una semplice laica che conduce una normale carriera scolastica, ho avuto l’opportunità non solo di conoscere, ma di collaborare con uomini e donne provenienti da tutta Italia e appartenenti ad ogni condizione sociale ed economica. Insomma, non si è lavorato nell’ottica limitante della gerarchia a piramide, bensì come se fossimo seduti attorno allo stesso tavolo, un gruppo tra pari.
MAURO VERRA - Vorrei sottolineare l’importanza e l’utilità dei laboratori, che hanno coinvolto tutti i delegati nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato, nella seconda parte della mattinata e poi nel primo pomeriggio; sono stati un’occasione preziosa di incontro e di scambio tra le diverse diocesi, ma soprattutto la possibilità di sperimentare un metodo di lavoro (quello illustrato da Giovanni Grandi nel libro: “Ascoltare, condividere, orientarsi”) per lavorare sulle sfide per il futuro che ogni partecipante proponeva al suo gruppo di lavoro; partendo dalle sfide condivise abbiamo lavorato insieme in oltre 50 gruppi di 20 delegati, per arrivare venerdì a formulare dei progetti per concretizzare nei nostri territori le sfide da cui eravamo partiti il primo giorno, che attraverso una app sono stati subito messi a disposizione di tutti gli oltre mille delegati.
Don FLAVIO LUCIANO - Mi è piaciuto molto l’intervento del cardinale Zuppi quando domenica mattina, salutando Papa Francesco ha detto che “il cristiano è sociale per definizione, e se non lo fa diventa asociale”: e questo non possiamo permettercelo, dunque non può essere asociale. Sempre Zuppi ha detto al Papa che in questi giorni non ci sono state lamentazioni da parte dei partecipanti. C’è stato anzi un certo clima di gioia ed entusiasmo, anche da parte dei relatori. Tutti gli interventi sono stati molto interessanti. C’è stata grande accuratezza nello scegliere i relatori, uomini e donne preparate e professionali.
Mons. PIERO DEL BOSCO - La settimana è stata una bella esperienza di incontro, di dialogo anche con molte persone che non conoscevo. C’era una corposa presenza di vescovi, e la partecipazione attiva di tutti i delegati è indice della sensibilità al tema democratico: in questi ultimi tempi la democrazia è fortemente a rischio a causa di personalismi molto accentuati. Sono convinto che la Chiesa debba avere un ruolo di denuncia per questi fenomeni e per ogni attentato alla democrazia, anche in campo internazionale ed è importante non tacere, per il bene di tutti. Spero che anche nella nostra diocesi possa crescere sensibilità per tutti gli aspetti della vita sociale.
A questo link tutti gli articoli e gli approfondimenti del Sir dedicati alla 50ª Settimana sociale di Trieste.