Buone le prospettive delle aziende cuneesi: l’indagine di Confindustria

Il settore servizi è più fiducioso, quello manifatturiero più cauto: Confindustria Cuneo ha presentato oggi - venerdì 19 luglio - le previsioni per il 3° trimestre 2024 del "sentiment" degli imprenditori associati. E ne emerge un quadro complessivamente positivo e di fiducia, con dati buoni soprattutto sulla cassa integrazione (nel cuneese calata drasticamente di oltre il 60%, in netta contrapposizione con il dato regionale e nazionale dove l'utilizzo della Cig è raddoppiato).

Come sempre Confindustria Cuneo ha suddiviso per la sua indagine tra due marco settori: quello manifatturiero e quello dei servizi i quali comprendono molte altre categorie.

A presentare l'indagine sono stati Mariano Costamagna, presidente di Confindustria Cuneo, la direttrice Giuliana Cirio e la responsabile del Centro Studi Elena Angaramo. Ospite il neo presidente di Confindustria Piemonte Andrea Amalberto.

A giugno il sentiment delle circa 200 aziende manifatturiere del campione cuneese per il terzo trimestre 2024 evidenzia una maggiore prudenza rispetto alla rilevazione di marzo. Il saldo sulla produzione cede 1,5 punti percentuali e si attesta sul livello di indifferenza (+1,5% nel secondo trimestre): il 16,3% delle aziende prevedono un calo dei livelli produttivi e altrettante sono le imprese che ne prospettano un incremento. I saldi sono negativi per ordini totali ed export, complici le incertezze del quadro geopolitico nazionale ed internazionale. Le attese sugli ordinativi totali passano dal valore di indifferenza del secondo trimestre a -2,7%, mentre riacquista 0,5 punti il saldo sull’export che è ora pari a -2,6% (-3,1% a marzo).

Nei servizi si consolida la fiducia tra le circa 100 imprese che hanno preso parte all’indagine. Solo il saldo sulle vendite all’estero risulta ancora cedente (da -3,8% a -2,8%), pur recuperando 1 punto. Il saldo relativo ai livelli di attività per il terzo trimestre è pari al 21,3% (era 21% la scorsa rilevazione); quello sugli ordinativi si mantiene fortemente espansivo, ma cede di 6 punti (da 23% a 17%), così come le prospettive sull’occupazione che passano da 20% a 17%. Sale al 2,1% la quota di aziende dei servizi che prevedono il ricorso alla CIG, dopo ormai alcuni trimestri in cui era stata pari a zero. La propensione ad investire sale di circa 2 punti: quasi un’impresa su 4 pianifica investimenti di una certa entità.

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