Il 23 luglio saranno ottanta anni dall’incendio divampato nel 1944 che devastò Trinità per mano delle truppe nazifasciste. Quel giorno furono saccheggiati case e fienili, rubati gli animali e, infine, 96 abitazioni vennero date alle fiamme.
Già il 9 gennaio 1944, Trinità era stata bersaglio di una rappresaglia tedesca: tre ragazzi di 14, 17 e 22 anni erano stati uccisi e una ventina di persone ferite, anche gravemente, da una raffica di mitra.
La storia
Il 22 luglio 1944 verso le 11 giunsero dalle colline di Langa dei partigiani. Alcuni sostarono vicino all’ufficio postale in via Carlo Marro, altri di fronte al municipio. Improvvisamente arrivarono due macchine, una con soldati tedeschi e l’altra di “bande nere”. Fu un attimo e il conflitto divenne generale. I partigiani, inferiori di numero, si ritirarono mentre l’altra fazione rimase sulla piazza con un tedesco ferito gravemente. Cominciò il rastrellamento di uomini e cose. Venne appiccato il fuoco alla prima casa, e segnarono 95 case con una F e una con due FF che significava “fare fuoco”.
Quel giorno la calura era opprimente e nel pomeriggio tutto sembrava tranquillo. Le famiglie cominciarono a sistemare le poche scorte rimaste e il vestiario scampato alla prima incursione nelle cantine sperando di salvare le cose indispensabili. Scoccate le 17 si cominciò a percepire un sordo e lontano rumore che andava aumentando. Stando al ricordo dei sopravvissuti sembrava il motore di un aereo e infatti era un velivolo dell’aviazione tedesca.
Giunto in prossimità del paese sganciò diverse bombe di calibro “110” ad alta potenzialità, dove colpivano frantumavano tutto. Il bombardamento venne ripetuto nei giorni seguenti, domenica 23 e lunedì 24 luglio, ad opera di un aereo più piccolo chiamato “cicogna”. Ci furono persone ferite da schegge e i danni furono gravi ma in confronto a ciò che accadde in seguito si poterono considerare minimi.
Alla notte in apparenza calma del 22 luglio, dopo il primo bombardamento, seguì l’alba sinistra del 23 luglio. Le tenebre stavano diradandosi ed il sole infuocato di luglio presagiva una giornata tropicale.
Dalla sommità della collina cominciò un sordo rumore ed ecco spuntare una lunga colonna di carri armati con cannoni e mitraglie piazzate, lanciafiamme, lancia bombe, autocarri di truppe: una fila interminabile.
Si disposero in ordine sulle piazze, con alcuni carri armati alle periferie per bloccare il paese. Seguì il saccheggio, un vero atto di vandalismo in tutte le direzioni, sfondarono porte e tutto fu portato via. Vestiti, materassi, biciclette, apparecchi radio, animali, scorte di cibo... Invasero anche le cantine. Non rimase praticamente nulla.
Dopo il sacco l’incendio.
Il fuoco ebbe inizio in piazza Conte Costa dai fratelli Grosso quindi in piazza Umberto I dai fratelli Zucco e poi via via nelle altre case salendo sulla collina. Ormai 95 case ardevano come fiaccole e del paese rimanevano solo rovine carbonizzate, desolazione ed immensa miseria.
Finalmente verso le 16 venne dato l’ordine di adunata, si incolonnarono e ridendo sarcasticamente partirono. Poco dopo dai Comuni vicini arrivarono i volontari a circoscrivere gli incendi. Tanta fu la solidarietà, il lavoro di spegnimento durò tre giorni e tre notti.
Non finì però con i tre giorni di bombardamenti, saccheggi e devastazioni. Il 31 luglio alle 16 una lunga colonna di autocarri tedeschi attraversando il paese ebbe un guasto ad un veicolo. Tutti si fermarono e dalla vettura si sprigionò l’incendio che devastò ciò che rimaneva di via Carlo Marro.
Molte altre disgrazie successero in quell’anno e nel successivo.
Il 9 aprile 1945 il partigiano Calogero Bracco venne barbaramente trucidato dai nazifascisti perché non rivelò il nome dei componenti del suo gruppo; salvò così i residenti della frazione Isola che ospitavano tre gruppi di partigiani. Il gemellaggio con Petralia Sottana ricorda proprio Bracco che nacque nel paese siciliano e morì a Trinità.
I trinitesi sono detti “Brusatà” perché subirono 4 incendi nella loro storia: tre nel 1554 ad opera dei francesi ed uno il 23 luglio 1944 per mano dei tedeschi.
La commemorazione
Ogni anno il 23 luglio il Comune di Trinità ricorda i fatti del 1944 con diverse iniziative.
Martedì 23 luglio alle 21 ci sarà una fiaccolata che partirà da piazza Umberto I e si dipanerà lungo le strade e alcune case che furono bruciate quel giorno. All’arrivo, nuovamente in piazza, le fiaccole saranno spente nella fontana per ricordare che i primi ad accorrere tentando di fermare le fiamme furono i trinitesi con secchi d’acqua. A seguire sarà consegnata la Costituzione italiana ai diciottenni. “Spiegheremo ai ragazzi e alle ragazze che la nostra carta costituzionale deriva dalle lotte di liberazione portate avanti dai nostri padri e dai nostri nonni” spiega la sindaca Ernesta Zucco.
Alla serata saranno presenti anche il gruppo Alpini e il coro degli Alpini di Trinità e Bene Vagienna Ivo Tosatti che intoneranno canti della Resistenza e l’Inno nazionale.
Sabato 27 luglio alle 21, nella parte inferiore di piazza Umberto I, verrà rappresentata la pièce teatrale “Brusatà”, scritta e diretta da Antonio Martorello e interpretata da attori della compagnia Gli instabili di Trinità, di Mascateatrale e da alcuni cittadini trinitesi. Anche in questo caso il coro alpino Ivo Tosatti aprirà l’esibizione con il brano “Se chanto”.
“Voglio ringraziare tutti coloro che, con sacrificio, molti per la prima volta in scena, si sono adoperati per la buona riuscita dell’evento - ha concluso la sindaca Zucco -. Ringrazio tutti gli sponsor. Come sempre la Fondazione Crf; la ditta Ballario trasporti; Gianluca Castellino, la ditta Cucchietti e tutti coloro che vorranno aggiungersi alle donazioni per sostenere la manifestazione che potranno beneficiare della detrazione Art bonus del 65%”.