Aria più pulita in Piemonte

Il cielo sopra Ormea, al confine tra Piemonte e Liguria

Come stanno i cieli, le acque e il suolo della regione? Lo scorso 9 luglio, al Museo di scienze naturali di Torino è stata presentata la Relazione sullo stato dell’ambiente del Piemonte 2024. I relatori sono stati l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati e il direttore generale di Arpa Piemonte Secondo Barbero.

L’evento è stato l’occasione sia di fornire una “fotografia” della situazione del 2023 - anche a confronto con quella dell’anno in corso.

Nel 2023 il Centro funzionale di Arpa Piemonte ha emesso 365 bollettini di cui 62 contenevano almeno un’«allerta gialla» e 6 una «arancione»; per fortuna, nessuna «allerta rossa».

Nell’estate sempre dello scorso anno, “si sono presentati alcuni periodi con condizioni meteorologiche e temperature anomali”: due le ondate di calore, dal 17 al 18 luglio e dal 22 al 24 agosto, mentre il giorno più caldo dell’estate è stato il 23 agosto, che rappresenta il terzo giorno più caldo sul Piemonte dal 1958. Situazione ben diversa quella dell’estate in corso, in cui le temperature si collocano sotto la media e non si sono verificate ondate di calore.

Fotografie ben distinte anche per quanto riguarda pioggia e neve. Il 2023 ha fatto registrare “una precipitazione media sul Piemonte di 970 mm, con una lieve anomalia negativa del 9% rispetto alla norma climatica di riferimento del periodo 1991-2020”: pioggia e neve sono state scarse fino a metà aprile, mentre a maggio le precipitazioni sono state abbondanti e durante l’estate “sporadiche con diversi eventi molto intensi e localizzati”. Se l’autunno del 2023 e l’inizio dell’inverno 2023-2024 si sono rivelati piuttosto asciutti, “dopo circa un anno e mezzo di precipitazioni quasi costantemente al di sotto della media, il mese di maggio 2023 ha fatto registrare una cumulata media di pioggia e neve del 73% in più rispetto alla norma climatica del mese nel trentennio di riferimento 1991-2020”. Più in generale, il primo semestre del 2024 è stato caratterizzato da un eccesso di pioggia.

Per quanto riguarda la qualità dell’aria, “le concentrazioni registrate nel corso del 2023 dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale sono state in media le più basse di tutta la serie storica di misura, sia per il particolato PM10 e PM2.5, sia per il biossido di azoto e tra le più basse per l’ozono”. Un risultato raggiunto anche grazie “al quadro meteorologico, in particolare i frequenti episodi di fohen e la ventilazione superiore alla media e il ridotto numero dei giorni con marcata inversione termica”. Analogamente, nei primi sei mesi del 2024 “le concentrazioni medie di polveri sottili su tutte le stazioni sono inferiori ai limiti di legge, mentre per quanto riguarda la soglia giornaliera, il numero di giorni di superamento, che per legge non deve superare 35 giorni all’anno, è sostanzialmente in linea con il numero di giorni che registravamo nel 2023 nello stesso periodo”.

Nel 2023, il biossido di azoto sul territorio regionale ha continuato a sua volta “il lento trend discendente in atto negli ultimi 30 anni, interrotto nel 2017 a causa di una meteorologia particolarmente sfavorevole alla dispersione degli inquinanti”. In particolare, “a partire dal 2019 non si sono più registrati superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (200 µg/m³ da non superarsi per più di 18 volte nel corso dell’anno) in nessuna postazione di monitoraggio presente sul territorio regionale”, mentre “il valore limite annuale per la protezione della salute umana - pari a 40 µg/m3 e calcolato come media su un anno civile - è stato rispettato su tutto il territorio regionale tranne che nella stazione di traffico di Torino-Rebaudengo”.

Qualcosa di simile si può dire per l’ozono: nonostante il 2023 sia stato un anno molto caldo, non si sono create condizioni particolarmente favorevoli “allo sviluppo e la permanenza di elevate concentrazioni di ozono troposferico”.

Ancora per quanto riguarda il confronto fra 2023 e 2024, i due anni non appaiono simili per i livelli dei corsi d’acqua. Se nel 2023 “si sono registrati scostamenti negativi di portata rispetto ai valori storici di riferimento, dovuti principalmente alla presenza di diversi periodi asciutti durante l’anno e allo stato pregresso di siccità del 2022 dei corsi d’acqua”, per i primi 6 mesi dell’anno in corso la situazione “è significativamente diversa”. Al momento, le portate della maggioranza dei corsi d’acqua risultano superiori alla media storica.

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