Fly me to the Moon – Le due facce della luna

Fly Me To The Moon

di Greg Berlanti; con Scarlett Johansson, Channing Tatum, Woody Harrelson, Jim Rash, Ray Romano, Anna Garcia, Peter Jacobson, Colin Woodell, USA, 2024, durata 122 minuti. 

Tarda primavera del 1969, gli Stati Uniti sono reduci dal fallimento della missione Apollo 10 e assolutamente determinati a riscattare lo smacco subito e vincere la gara per la conquista della Luna con i russi. Nel passato la Nasa aveva dovuto incassare più di un sorpasso da parte dell’URSS, i sovietici infatti erano stati i primi a compiere con una navetta spaziale un intero giro intorno alla Terra, i primi ad inviare un essere vivente in orbita (la famosa cagnetta Laika), e ancora i primi a lanciare un cosmonauta nello spazio con il mitico Yuri Gagarin che il 12 aprile 1961 a bordo del Vostok 1 era stato il primo uomo a volare tra le stelle. L’ente aerospaziale americano non poteva sopportare altre sconfitte, la tensione era al massimo e l’obiettivo uno solo: arrivare per primi sulla Luna. La conquista del satellite da parte degli USA avrebbe avuto non soltanto importanti conseguenze sotto il profilo militare e tecnologico ma sarebbe stato un grande successo anche dal punto di vista psicologico, la conquista della Luna avrebbe risollevato le sorti di una nazione che per molti aspetti mostrava crescenti segni di difficoltà - la guerra in Vietnam sempre più controversa e osteggiata dall’opinione pubblica, le rivolte nei quartieri poveri da parte delle comunità afroamericane, l’esplodere delle proteste giovanili - e arrivare per primi lassù, sulla Luna, avrebbe contribuito a ridare slancio all’intero Paese. 

Scritto da Sharon Maguire e Bill Kirstein e diretto da Greg Berlanti, “Fly to the Moon” racconta quegli anni e quel clima e la preparazione della missione spaziale partendo però da un’angolatura particolare che non è tanto quella degli astronauti e degli scienziati quanto quella dei politici e degli esperti di marketing. Al centro della vicenda troviamo infatti Kelly Jones (una strepitosa Scarlett Johansson) spregiudicato astro del marketing che viene assoldata da Moe Berkus, un funzionario dello staff del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, per promuovere l’impresa spaziale, motivare il più possibile il pubblico americano e trasformare gli astronauti in veri e propri eroi della contemporaneità (anche al costo di raccontare “balle spaziali”). Kelly farà del suo meglio ma dovrà fare i conti con (l’iniziale) ostilità di Cole Davis (Channing Tatum) e una corposa serie di altri problemi.

Screwball comedy con accenti romantici, “Fly to the Moon” è tante cose insieme senza esserne davvero nessuna, un po’ commedia svitata, un po’ storia romantica, un po’spy story complottista, un po’ riflessione sulla pervasività falsificante dei media, il film non sa scegliere una sua compiuta linea narrativa finendo per perdere la strada (come spesso accade quando a mettere mano alla sceneggiatura sono in troppi, qui ben 4 e 9 in produzione), la cosa forse più riuscita è il tratteggio degli USA fine anni ’60 (che paradossalmente ricorda un po’ l’America di oggi, con qualche speranza in meno e qualche magagna in più) e i personaggi di Kelly/ Scarlett Johansson e Moe/Woody Harrelson, cinici e sfrontati quanto basta e per questo assolutamente credibili. Insomma, nel complesso vedibile, ma non molto di più.