Francesco Occhetto e il suo sogno persiano

Alla scoperta del giovane traduttore incantato dai poeti dell’Iran

Francesco Occhetto
Foto Fiorella Sampaolo

Francesco Occhetto (Alba 1996) è scrittore e traduttore. Laureato in Lettere all’università del Piemonte Orientale e in Scienze Storiche e Orientalistiche all’Alma Mater Studiorum di Bologna, attualmente svolge un dottorato di ricerca all’Università Sophia, insegna materie letterarie nelle scuole secondarie e conduce laboratori di scrittura creativa presso enti pubblici e privati. Ha curato alcuni libri della scrittrice Adriana Zarri; studioso di letteratura persiana, ha tradotto i maggiori poeti iraniani contemporanei tra cui Ahamd Shāmlu, Garous Abdolmalekian (Trilogia del Medio Oriente: Guerra Amore Solitudine, Carabba 2021) e Sohrāb Sepehri. Si è diplomato attore presso la Scuola di Teatro Colli di Bologna, ha ideato e organizza il festival culturale Profondo Umano per la città di Alba; è membro della giuria del Premio Roddi per la poesia e scrive per riviste e giornali locali e nazionali.
A maggio scorso, nell’ambito della rassegna culturale di “Granda In Rivolta”, Occhetto è stato ospite al Vitriol con un intervento sulla poesia persiana che ha stregato il pubblico.
In autunno, per la prestigiosa collana de Lo Specchio Mondadori, uscirà una raccolta di opere di grandi poeti iraniani del Novecento di cui si è occupato in collaborazione con Faezeh Mardani, docente di letteratura persiana all’Università di Bologna dove si è formato.

Intervista completa su La Fedeltà del 4 settembre 2024.