di Riccardo Antonaroli; con Pilar Fogliati, Filippo Scicchitano, Valeria Bilello, Giorgio Tirabassi, Lucia Ocone, Italia, 2024, durata 85 minuti.
Eleonora e Valerio hanno da poche ore pronunciato il fatidico “Sì” e si apprestano a trascorre la prima notte di nozze in un prestigioso hotel romano. Potrebbe essere l’inizio di una nuova vita ma il ritrovamento di un biglietto e di un anello nella giacca di Valerio, regalo della sua ex fidanzata, fa andare su tutte le furie Eleonora che di fronte alle evasive spiegazioni del neo-marito decide di infilarsi le scarpe e di uscire seduta stante nella notte romana per chiedere spiegazioni alla vecchia fiamma su cosa significhino quel biglietto e quell’anello. Da quel momento in avanti la prima notte di nozze si trasformerà in una sarabanda di incontri, scontri, fughe e inseguimenti, litigi e riappacificazioni conditi dall’intrusione (più distruttiva che risolutiva, come spesso invero accade) di ex fidanzate e fidanzati, parenti, amici e conoscenti.
Remake dell’israeliano “Honeymoon” di Talva Lavie, “Finché notte non ci separi” è una commedia romantica con velleità filosofiche intenzionata a far sorridere ma anche riflettere e discutere su amore e matrimonio, fedeltà e tradimento, se ci si possa promettere amore eterno e che cosa questo possa implicare, su quanto noi, ieri come oggi, siamo in grado di amare gli altri per ciò che sono e non per come vorremmo che fossero. Ottimi Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano, la loro intesa è da manuale e rivela un’empatia non comune tra due attori che fino a questo momento non avevano mai recitato insieme, molto meno i loro personaggi - troppo astiosa e odiosa Eleonora, troppo accomodante Valerio - mentre sono una certezza Giorgio Tirabassi e Lucia Ocone esilaranti nei panni di padre e madre di Valerio, mentre convincono assai meno gli altri personaggi di contorno, dalla scrittrice che Valerio conosce a notte fonda per le strade di Roma alla maestra di tango incontrata da Eleonora. Un soggetto interessante, una sceneggiatura sfilacciata, qualche situazione divertente, ma nel complesso più ombre che luci.