“Storie di vita e di malaguerra . Diari di soldati del Risorgimento”. S’intitola così il nuovo libro dello storico benese Tommaso Salzotti, stampato da Nino Aragno Editore. Ed è un viaggio nella storia recente d’Italia, che ci permette di ascoltare “le voci narranti dei soldati-contadini” che “ci parlano ancora, come nelle veglie di un tempo”.
Spesso Salzotti ha dedicato la sua attenzione alla storia locale: ne sono prova i saggi “Boves: la guerra, la scuola, la società civile (1943-1945)” del 2002, “Una storia dimenticata. Politica e cultura nei giornali benesi del primo Novecento” del 2004, “Una vita ribelle. Avventure, cospirazioni e guerre di Giuseppe Torreri detto Torres” del 2016, “Storia di un partigiano. Nick Santoro: la Sicilia, il lager, le Langhe” del 2024. Su questa traccia si colloca anche il nuovo lavoro, che presenta al lettore cinque diari contadini dell’Ottocento piemontese. Diari che, si legge sull’aletta del libro, “ci raccontano l’Italia attraverso le battaglie del Risorgimento, le feste popolari, le rovine di Pompei, la «pizzica» salentina, gli emigranti che «scendono in Francia con quattro cose in un sacco», gli applausi dei lombardi ai «fratelli piemontesi» e gli strambotti alla libertà che «passeggia maestosa a rallegrare le nostre contrade…»”.
Al centro, l’esperienza del servizio militare obbligatorio: “Partir soldato era per le famiglie contadine quasi la versione beffarda del tradizionale grand-tour dell’aristocrazia europea. Il servizio militare (anche per lunghi sette anni, come per Filippo Prandi) veniva calendarizzato non come un «rito di passaggio», ma come una condanna. Il male assoluto. Si partiva da casa come condannati e si entrava in un reggimento come gente da bastone. Per questi uomini-qualunque il diario era un esercizio di liberazione dalla realtà sporca di polvere e di paura: si entrava in un mondo disobbediente, senza gradi e senza ordini”.
Di qui l’importanza di questi testi che, pur segnati da “storpiature lessicali”, “fanno intravedere l’infanzia turbolenta e minacciosa delle filande piemontesi, i carusi siciliani, la guerra civile del brigantaggio meridionale («dàgli addosso agli scomunicati piemontesi!»), l’Italia delle cento frontiere e «il corpo dissacrato» sui campi di battaglia”.
Salzotti, nato a Bene Vagienna nel 1935, è stato docente e dirigente scolastico; dopo la laurea in Pedagogia e Filosofia, l’abilitazione in Lettere moderne e l’abilitazione in Filosofia, ha conseguito la specializzazione biennale in Psicologia e Scienze dell’educazione. Autore di numerosi saggi, ha pubblicato anche sulla rivista “Il presente e la storia”; una sua rubrica storica è stata ospitata sul “Vagienna”, mensile di Bene Vagienna.
“Storie di vita e di malaguerra” è in vendita a 20 euro.