Certo, è pur sempre un carcere, ma quello di Fossano si distingue ed è emblematico rispetto agli altri. Soprattutto qui non ci sono state, almeno negli ultimi 10 anni, contestazioni per reati di tortura che invece si sono verificate - guadagnandosi la ribalta delle cronache - in 4 istituti piemontesi: oltre a Torino, Ivrea e Biella si è aggiunta Cuneo, la cui inchiesta con 33 agenti indagati dovrebbe andare a giudizio in questi giorni. Sono proprio le cronache di presunta (così va definita prima che si arrivi a sentenza) violenza in alcune carceri chi ci hanno spinto a parlare con Bruno Mellano, garante dei detenuti del Piemonte che martedì 24 settembre ha presentato una relazione sulla situazione nelle 13 carceri piemontesi al Consiglio regionale.
“Va detto che sotto il termine ‘carcere’ ci sono situazioni molto diverse tra loro - sottolinea Mellano -. Un conto è, ad esempio, la casa circondariale di Torino che conta 1.500 detenuti, 500 in più della capienza massima, e un altissimo tasso di stranieri. Un conto è Fossano, Casa di reclusione a custodia attenuata che da tempo non raggiunge la capienza massima e che per storia, vocazione, struttura e soprattutto tessuto sociale, lavorativo e formativo è un luogo emblematico, in cui la pena - che va scontata - può essere occasione per creare opportunità”.
Servizio completo su La Fedeltà di mercoledì 25 settembre