Aveva soltanto 39 anni, Giacomo Matteotti, il giorno in cui venne assassinato, il 10 giugno 1924. Di famiglia agiata, colto, poliglotta, avrebbe potuto diventare un notabile della classe dirigente liberale al potere. Invece scelse di stare dalla parte più scomoda, quella dei poveri, dei braccianti del suo Polesine, che difese come consigliere comunale, come sindaco e infine come deputato socialista.
Antifascista irriducibile, riconobbe prima di altri in quel regime un carattere nuovo, violento, eversivo, impossibile da ricondurre in un alveo democratico. E lo combatté fino a rimetterci la vita. A 100 anni dalla morte, anche la città di Fossano ha ricordato Giacomo Matteotti. Lo ha fatto giovedì sera 19 settembre nella chiesa vecchia del Salice, per iniziativa della Corte dei folli che ha proposto un incontro con Fabio Fiore, insegnante, traduttore e saggista, autore per Laterza del libro “L’affaire Matteotti”.
Articolo completo sulla "Fedeltà" di mercoledì 25 settembre