Stranieri, disabili e con 2mila euro da versare per la Sanità

Per la normativa in vigore, sono stranieri con “residenza elettiva”, ovvero stranieri in Italia che, pur non avendo un reddito da lavoro, hanno le risorse per mantenersi. Ad essi lo Stato chiede una quota con cui garantisce loro i servizi del Sistema sanitario nazionale: quota che fra il 2023 e il 2024 è passata da 387 euro annuali a 2mila. Ed è un guaio, soprattutto per tutte quelle donne e quegli uomini che, oltre ad essere stranieri con residenza elettiva, sono disabili, ricevono una pensione per la loro disabilità e non possono far fronte a questo aumento.

A denunciarlo è Maurizio Bergia, da quella famiglia allargata che è il Condominio solidale Divina Provvidenza della Comunità Papa Giovanni XXIII San Paolo a Fossano. Bergia, in particolare, cita il caso di Emanuel Prenga (nell'immagine - foto di SempreNews), a cui i media hanno già dedicato più volte attenzione. Il giovane, originario dell’Albania e da tempo residente in Italia dov’è stato accolto dalla famiglia di Bergia, percepisce una pensione di invalidità per i problemi agli arti inferiori e il deficit cognitivo di cui soffre. “L’anno scorso, in Finanziaria, il Governo ha stabilito, per tutti gli stranieri con permesso di soggiorno per residenza elettiva, che il costo annuale per l’assistenza sanitaria ammonta a 2.000 euro: è quintuplicato, di colpo, rispetto ai 387 euro di prima - spiega Bergia -. In questa categoria ci sono religiosi che dall’estero arrivano in Italia e ci sono casi come quello di Emanuel, il ragazzo di 25 anni che abbiamo qui in Casa famiglia. Il paradosso di questa legge è che incappano in questa situazione disabili stranieri con inabilità lavorativa appunto come Emanuel: ovvero lo Stato certifica che una persona non può lavorare per le sua condizioni psico-fisiche, ma chiede ad essa di pagare 2mila euro per l’assistenza sanitaria”.

Articolo completo su La Fedeltà del 20 novembre 
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